PARLA L'AMICO
Basta vedere con quale simpatia la gente lo saluta in questi giorni per strada e quanti incoraggiamenti sta raccogliendo in giro per l'Italia». Così parla Clemente Mastella, leader dell'Udeur, del suo amico Diego Della Valle, reduce dal «match» con il premier. Berlusconi ha detto che le dimissioni di Della Valle dal direttivo di Confindustria gli sono state chieste? «Non credo proprio. Della Valle si è dimesso per ragioni di correttezza, per non mettere in difficoltà Montezemolo e per potersi difendere liberamente». Della Valle querelerà Berlusconi? «Quella della querela è l'ultima strada da percorrere. Se quereli Berlusconi ne fai un martire, quindi gli fai un piacere». Ma perché il premier è stato così duro? «Quello di Berlusconi non è stato uno sfogo, un attacco di collera improvviso. Sono convinto si sia trattato di un'aggressione premeditata, su cui il Cavaliere rimuginava fin dai tempi dello scontro con Della Valle a Porta a Porta. Lì si è sentito ridicolizzato da un uomo potente e ricco come lui. In generale è quello che lo ha fatto infuriare del clima di Vicenza: tanti imprenditori scontenti e delusi, non tutti dalla sua parte come nel 2001». In effetti lo stesso Della Valle è stato un berlusconiano della prima ora... «Nel '94 il comunismo faceva ancora paura e anche io mi avvicinai a Forza Italia per sconfiggere Occhetto. Berlusconi allora era portatore di un sogno. Ma quel sogno non esiste più: il Cavaliere lo ha sciupato in questi anni».