Berlusconi all'attacco Confindustria è vinta
Il parterre dei piccoli e medi imprenditori che in piedi applaude e urla ritmicamente il suo nome mentre l'establishment confindustriale segue attonito, in un silenzio di ghiaccio, la tirata tutta d'un fiato del premier. Sì perché questa volta Berlusconi nel menare fendenti, non si è limitato a scagliarsi contro la sinistra e i giornali fiancheggiatori dell'opposizione, ma ha colpito al cuore la più grande associazione industriale. E non ha usato il fioretto. Duro nei contenuti e assolutamente trasgressivo nei modi per circa un'ora ha dominato la scena, mettendo in ombra il presidente della Confindustria Montezemolo, conquistandosi l'abbraccio dei piccoli e medi imprenditori assiepati nella sala e spaccando di fatto il fronte confindustriale. In un crescendo di tensione incontrollabile Berlusconi ha messo a segno un colpo che mai si era visto nella storia della Confindustria: un attacco frontale, a viso aperto, a uno dei suoi massimi esponenti, Diego Della Valle. Rivolgendosi direttamente al patron della Tod's parte lancia in resta. Si alza dalla sedia posta sul palco e avanzando sino alle prime file sbotta. «Un imprenditore se non è andato fuori di testa può sostenere la sinistra solo se ha molti scheletri nell'armadio e ha tante cose da farsi perdonare e così si mette sotto il manto protettivo della sinistra e di Magistratura Democratica». È un fiume in piena ma non tanto fuori di sé da non accorgersi che Della Valle gli urla: «Vergogna, vergogna». Poi l'industriale gli chiede il microfono per replicare. E allora il premier torna a ammonirlo: «Quando ci si rivolge al presidente del Consiglio bisogna usare il lei non il tu». Della Valle viene sepolto da una valanga di fischi dalla platea e rinuncia all'intervento. Accanto a lui c'è Emma Marcegaglia che gli lancia uno sguardo di solidarietà. Berlusconi si è presentato al convegno della Confindustria a sorpresa. Il giorno prima aveva dato forfait. Lombosciatalgia, diceva il comunicato e qualcuno aveva già parlato di «malattia diplomatica» come dire che il premier gettava la spugna ben sapendo che l'accoglienza di Montezemolo non sarebbe stata calorosa. Poi mentre il presidente della Confindustria stava parlando dal palco ecco un comunicato che annuncia l'arrivo del premier. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti comincia a rispondere alle domande degli imprenditori, ma il clima in platea si sta già scaldando così quando il premier entra in sala è uno scroscio di applausi. Si capisce subito che è padrone della scena. Sale sul palco mentre altri applausi lo accompagnano e sfodera il suo naturale fair play. «Non me la sono sentita di mancare l'appuntamento dopo le falsità che ho udito da Prodi». «Bravo, bravo» gli gridano dal fondo della sala. E lui inizia a scherzare e racconta che la lombosciatalgia gli è venuta per un «diverbio con una sindacalista della Cgil durante la manifestazione dei commercianti contro gli sfascia vetrine». E poi: «A Milanello da ministro della Salute a interim ho chiesto al medico di rimettermi in sesto. Ma il Milan non è più primo in classifica e non ci sono riusciti bene». Il «bello» è arrivato quando Berlusconi, rivolto al direttore del Sole 24Ore De Bortoli che moderava il dibattito e gli poneva la questione della durata delle risposte, ha detto: «Se lei crede che è più importante il tempo delle cose che interessano a tutti me lo dica». A questo punto il premier si è alzato e ha cominciato il suo sfogo rivolgendosi direttamente alla platea. «Non dobbiamo lasciarci prendere dal pessimismo che viene fuori leggendo i giornali ogni mattina: il Corriere della Sera, La Stampa, Il Sole 24 Ore, La Repubblica, Il Messaggero...Questi giornali fanno del disfattismo, stanno tutti dalla loro parte». E poi, riferendosi a Prodi: «Ma come si può avere il coraggio di andare alla Cgil e dire il vostro programma lo condividiamo al 100% e tentare di fare la st