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«Sblocchi i fondi per i lavoratori svantaggiati»

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Tale incentivo è pari a 300 euro al mese per ogni lavoratore assunto nel periodo 01/01/03 - 31/12/06. Il Cipe, come previsto dalla legge, ha stanziato, per la copertura finanziaria di tale onere, 350 milioni di euro per ciascuno degli anni del periodo 2003/2006. La Delibera è del 09/05/03 e stabilisce che tali fondi sono "rivolti al riequilibrio economico e sociale fra aree depresse del Paese". L'Agenzia delle Entrate ha emanato una Circolare (n° 11/E/03) con la quale ha ridotto l'incentivo in questione a complessivi 100.000 euro ritenendo, erroneamente, che il beneficio va sottoposto alla regola comunitaria "de minimis" tesa ad evitare distorsioni della concorrenza. Tale interpretazione, però, è del tutto erronea in quanto l'Ue ha emanato un Regolamento (CE n° 2204/2002) con il quale ha affermato che gli incentivi volti all'assunzione dei lavoratori svantaggiati non sono a favore delle imprese ma servono a dare un posto di lavoro a persone che, altrimenti, resterebbero disoccupate. La Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno (14/06/05) con il quale ha invitato il Governo "a rimuovere gli effetti dannosi della Circolare n° 11/E" ed a far sì che l'incentivo sia pienamente fruibile dalle imprese. Ciò nonostante non è successo nulla. Basterebbe revocare la Circolare dell'Agenzia delle Entrate ed i fondi stanziati verrebbero "sbloccati" con la conseguenza che alcune decine di migliaia di lavoratori svantaggiati residenti nel Sud otterrebbero un posto di lavoro. Il tutto senza aggravi per il bilancio dello Stato posto che, si ripete, i fondi sono già stanziati e sono, parzialmente, inutilizzati. Michele Del Castello - Pescara

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