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E ora vogliono imbavagliare Mediaset

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Per zittire Berlusconi, l'Authority per le tlc impone l'altolà anche al «faccia a faccia» virtuale Cdl-Unione

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Quello che sta accadendo in questi giorni è una situazione più unica che rara. Ora che l'Ulivo si sente in vantaggio e che Prodi crede di essersi aggiudicato il confronto tv, il centrosinistra vorrebbe spegnere Berlusconi. Togliergli le parole, cacciarlo dai media. Ieri il Cavaliere doveva parlare alla platea degli industriali e i giornalisti hanno piazzato uno sciopero giusto in tempo, senza sapere che il premier non sarebbe stato in condizioni di partecipare all'incontro. E una nuova polemica rischia di accendersi: Mediaset pensa di riproporre un duello tv Berlusconi-Prodi in differita. Come? Inserendo nel palinsesto un programma dal titolo «Faccia a Faccia» di circa 30 minuti - previsto su Retequattro per domani alle 19.35 (e in replica lunedì su Italia Uno) - in cui saranno «messe a confronto - spiega una nota Mediaset - con lo stesso tempo per ognuno dei due leader, le rispettive posizioni sui vari temi al centro del dibattito politico». Tutto questo «osservando nel modo più scrupoloso la par condicio e attenendosi pienamente alle recenti disposizioni dell'Authority in materia di confronti elettorali». A mettere i bastoni tra le ruote al Faccia a Faccia Mediaset, però, è proprio l'Autorità per le comunicazioni. Proprio ieri, infatti, ha fatto trapelare dalle stanze di via delle Muratte che la riproposizione di questi interventi sarebbe considerata «un'aperta violazione della par condicio», perchè relativi «ad eventi di attualità che sono già stati oggetto di informazione giornalistica». Inoltre «dovrebbero garantire il contraddittorio all'interno delle singole puntate, come precisato nella delibera 36 del 2 marzo scorso». E un «avvertimento» a Cologno Monzese l'hanno mandato anche dall'Unione dove si preparano a presentare un esposto. Mediaset ribatte: la formula del programma «prevede che in ogni puntata saranno messe a confronto, con lo stesso tempo per ognuno dei due leader, le rispettive posizioni sui vari temi al centro del dibattito politico. Ma l'Autorità delle comunicazioni non molla: la delibera del 2 marzo, riferita proprio a Retequattro e Italia 1, intimava alle due emittenti di «evitare di trasmettere ulteriormente repliche di filmati di eventi con partecipazione di soggetti politici, relativi a convegni, comizi, manifestazioni o altri interventi del genere non aventi uno stretto legame con l'attualità di cronaca...». In caso di violazione, Mediaset rischia una sanzione dai 10 ai 250mila euro e, se insiste, una sospensione dell'attività fino a sei mesi. Dall'Ulivo, Fabrizio Morri e Renzo Lusetti ricordano a Mediaset «che tali confronti virtuali sono palesemente esclusi da una delibera dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, non garantendo il contraddittorio all'interno della stessa messa in onda, essendo lesivi dei principi della par condicio, a cui le emittenti radiotelevisive debbono conformarsi durante tutto il periodo elettorale».

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