SARÀ l'esame delle imprese quello che, fra oggi e domani, Prodi e Berlusconi dovranno superare davanti ...
Un esame in cui verranno messi a confronto i programmi dell'Unione e della Cdl e che avrà un filo conduttore che gli industriali giudicano fondamentale: creare più concorrenza, in tutti i mercati, con un approccio nuovo e «radicale» alla politica economica. Dopo il faccia a faccia televisivo di martedì, l'esito della prova che attende i due candidati premier non è scontato, anche se per lui è una seconda prova fuori casa: prima in tv e ora tra gli imprenditori. Prodi tuttavia ha già mostrato una certa sicurezza: il leader dell'Unione non ha alcun timore, anzi. «Ho passato 40 anni della mia vita a studiare i problemi delle Pmi - ha spiegato - Lì mi sento a casa mia. Quindi, come sento gli industriali partecipi del medesimo problema, io penso che loro sentano me». Prodi si è del resto già espresso su molti temi: non ha nascosto di voler tornare alla concertazione, che «ha funzionato bene quando sono stato al governo». «C'è un solo metodo per governare l'Italia - ha aggiunto - quello del dialogo, della concertazione e poi la decisione». Berlusconi giocherà invece la carta della vicinanza. «Si dice che saremmo in disaccordo con la Confindustria - ha detto durante la sfida tv - non c'è nulla che la Confindustria abbia chiesto al governo che non sia stato trasformato in interventi concreti. Anche per il futuro abbiamo preso in esame le richieste della Confindustria e ci sembrano di buon senso». Cinque anni fa, a Parma, alla vigilia del voto che portò Berlusconi al governo, quasi tutta la platea fu per il Cavaliere, mentre accolse tiepidamente l'allora candidato premier del centrosinistra Francesco Rutelli. «Il vostro programma è il nostro programma», disse Berlusconi rivolto ad Antonio D'Amato, nel 2001 leader degli industriali. Oggi il clima appare molto diverso.