«Laziogate», Accame parte al contrattacco
Di usare la tattica, spesso vincente, che chi «mena per primo mena due volte». È il collaboratore più stretto dell'ex ministro della Salute Francesco Storace, Niccolò Accame, a voler dire la sua sulla vicenda che lo ha visto coinvolto nel presunto spionaggio politico ai danni del presidente della regione Lazio Piero Marrazzo e al leader di Alternativa Sociale Alessandra Mussolini. Il braccio destro di Storace infatti questa mattina, attraverso il suo difensore, dovrebbe presentare una voluminosa documentazione per controbbattere alle accuse ricevute dalla magistratura di Milano, che nell'ordinanza di custodia cautelare emessa contro sedici indagati, ha inserito anche il suo nome e contro le dichiarazioni di chi è finito dietro le sbarre: Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo. Un memoriale, insomma, che l'ex capo della segreteria di Storace avrebbe intenzione di depositare nelle mani del pool di magistrati titolari dell'inchiesta romana, coordinati dal procuratore aggiunto Italo Ormanni, sullo spionaggio dei due politici all'epoca delle elezioni del 2005. Carte che dovrebbero contenere una serie di elementi utili agli inquirenti, secondo Accame, che non risulterebbe iscritto sul registro degli indagati, per replicare alle dichiarazioni degli 007 arrestati dalla magistratura milanese. E mentre la procura del capoluogo lombardo continua a esaminare le intercettazioni telefoniche degli indagati, la procura capitolina continua la raffica di interrogatori di testimoni. Ieri è stato infatti ascoltato Mario Carnevale, all'epoca dei fatti direttore amministrativo del comitato elettorale della Lista Storace. Il testimone ha negato di essere mai stato a conoscenza di presunte attività di spionaggio messe in atto contro Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini. Dopo alcune ore è stato invece interrogato, in qualità di indagato in procedimento connesso, un cancelliere del Tribunale già coinvolto nell'inchiesta per aver autenticato le firme fasulle di Alternativa Sociale. Il cancelliere, convocato per dare precisazioni sull'attività portata avanti all'epoca, ha già definito la sua posizione facendo ricorso all'oblazione, istituto del codice che consente di estinguere il reato. Oggi comunque, la magistratura romana dovrebbe ricevere ulteriore documentazione dai colleghi milanesi relativi al fascicolo d'indagine emesso dal gip da cui sono scaturiti gli arresti dei due 007 che avrebbero spiato Marrazzo e Mussolini, Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo. L'interrogatorio di quest'ultimo, che avrebbe fatto alcune ammissioni durante l'interrogatorio di garanzia nei giorni scorsi, sarà fatto dai pm Ciardi, Ormanni e Toro che in settimana dovrebbero partire per Milano. Ma non finisce qui. L'ex ministro Storace, come aveva annunciato due giorni fa, si è presentato ieri mattina nel palazzo di Giustizia di Roma per denunciare un quotidiano nazionale: «Le accuse che mi sono piovute addosso - ha detto il leader di Alleanza Nazionale - non sono altro che schizzi di fango». E ancora ha risposto alle dichiarazioni di Francesco Rutelli che in mattinata aveva detto «che si sta parlando poco di questo che considero il più grande scandalo del dopoguerra». «Rutelli - ha tuonato Storace - dice che si parla troppo poco della vicenda che mi riguarda? Ammesso che io abbia commissionato attività di spionaggio nei confronti dei due competitori, comunque, nella storia della Repubblica ci sono stati scandali ben più gravi... Forse Rutelli ne sa di più: forse conosce molti dettagli in più che riguardano grandissime aziende». «Cosa c'è sopra tutta questa vicenda? Che cosa si copre giocando più comodamente sulla mia pelle? - ha continuato l'ex ministro della Salute - ci sono stati 16 mandati d'arresto, ma solo due sono le persone inquisite nel Lazio, le altre sono a Novara, Milano, Padova; inoltre sulla richiesta di arresto c'è scritto 16 ottobre 2005, e gli arresti sono stati fatti il 6 marzo 2006. Come mai proprio il giorno dopo la presentazione delle liste?».