«Vogliamo la verità prima del 9 aprile»
Lo ha chiesto il vicepremier e leader di An, Gianfranco Fini, ospite a Matrix. «Accertiamo la verità, aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso - sottolinea Fini - tutte le persone oneste devono dare atto a Francesco Storace di aver dato le dimissioni in presenza del nulla. Il danno politico è stato arrecato, ma adesso è necessario accertare le responsabilità prima del 9 aprile». Fini ricorda che per quanto riguarda dimissioni di Storace, «il primo dovere era quello di sottrarsi alle strumentalizzazioni politiche, ma il tempo è galantuomo - sottolinea il ministro degli Esteri - ma non è illimitato. Pieno rispetto dell'autonomia della magistratura ma se volete dimostrare che non è un'inchiesta a orologeria accertate la verità e fate chiarezza entro il 9 aprile». È necessario accertare la verità anche perché, prosegue Fini «è un dovere per tutti, perchè essere spiati è una cosa che mette in discussione la democrazia». Però non nega che «questo tempismo mi mette sospetto. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare e Storace ha fatto bene a dimettersi per evitare questa strumentalizzazione». Non si è fatto attendere la replica di Francesco Rutelli che concorda con il leader di An sul fatto che debba essere fatta al più presto chiarezza ma non nega che questa vicenda è «molto grave, perchè lascia intendere che tutti siamo spiati. Mi auguro che questa vicenda non sia accaduta e se è accaduta, e che coloro l'hanno fatto no abbiamo agito su mandato politico». Al vicepremier che indicava nelle dimissioni di Storace un gesto di «grande moralità», Rutelli ha replicato: «Abbiamo fatto di Storace un martire, io con l' aureola Storace non ce lo vedo». Pronta la controreplica del leader di An: «Storace non è un martire, ma è vittima di una strumentalizzazione politica che voi state facendo in periodo di campagna elettorale». E a Fini non stanno bene neanche le dichiarazioni di Fassino che aveva tuonato come a destra ci fosse del marcio: «Rutelli - sbotta Fini rivolto al suo interlocutore - se vogliamo trovare del marcio dobbiamo guardare da un' altra parte, non a destra». Il titolare della Farnesina comunque è convinto che «la pubblica opinione non si faccia influenzare dalle vostre dichiarazioni». aggiunge rivolgendosi a Rutelli. Nel corso della trasmissione il leader di An ricorda come durante il faccia a faccia a «Matrix» tra lui e Massimo D'Alema, il presidente dei Ds «mi disse: "hai Storace che è uno che fa spiare i suoi avversari". Mi piacerebbe sapere se D'Alema ha capacità di previsione. In base a che cosa disse: "Storace fa spiare?"». A conclusione del confronto, Rutelli ha assicurato: «Dopo questi cinque anni di Berlusconi, noi non daremo la caccia agli avversari e alle norme che loro hanno approvato. Dobbiamo pensare in positivo a risolvere i problemi del Paese. Voltiamo pagina e andiamo avanti». E ha aggiunto: «Penso sia il caso di mantenere un possibile punto di incontro tra le due parti politiche, affinchè si mantenga la continuità della presenza italiana nel mondo». Tra le cose che Rutelli salverebbe del governo di centrodestra, ricorda «la legge che vieta il fumo nei locali pubblici, la patente a punti, e le convergenze su alcuni capitoli di politica estera. Anche se - precisa - ci sono state anche divergenze». Dal canto suo, Fini ha «chiuso» con un accenno al dibattito al duello di oggi che vedrà incrociare le lame il premier e Romano Prodi. A Enrico Mentana che chiedeva ai due ospiti se il confronto tv non funzionasse meglio senza regole predefinite, il leader di An ha risposto cogliendo la palla al balzo: «Certo! Se Rutelli convincesse Prodi ad accettare un dibattito che non sia blindato!». E ha concluso rivolto al leader Dl con una esortazione: «Convincilo!».