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Rutelli si schiera con l'ex senatore Ds «Una brutta pagina per la televisione»

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Anzi, per essere esatti, una «pagina non positiva per la televisione». Francesco Rutelli, ospite di Matrix con Gianfranco Fini, ha definito così l'intervista dell'annunziata al presidente del Consiglio. Ma, naturalmente, Rutelli critica l'atteggiamento del rpemier, non quello della giornalista: «È un dovere per noi politici - dice - di farci intervistare, io mi sono fatto intervistare anche da Fede». E quando Mentana gli fa notare che Rutelli e Fede erano «pappa e ciccia», il presidente della Margherita risponde con una battuta: «Diciamo che c'era fede, ma mancavano la speranza e la carità», afferma. Poi, dall'attacco a Berlusconi, si passa alle lodi per un presunto atteggiamento vituoso del leader dell'Unione: «Prodi neanche di fronte ad un intervistatore squadrista si sarebbe alzato, ma avrebbe accettato il confronto», ha aggiunto Rutelli nel proseguio della trasmissione. E il vicepresidente del Consiglio gli ha ribattutto prontamente che in Rai di «intervistatori squadristi non ce ne sono, ma di faziosi come l'Annunziata sì». Le altre reazioni della Margherita ribadiscono il Rutelli-pensiero: «Berlusconi ha mostrato un livello di tensione che è direttamente proporzionale alla certezza di perdere», ha detto ieri sera a Trieste il coordinatore del partito Dario Franceschini. Secondo Franceschini, «il rischio è che la campagna elettorale venga trascinata in toni da rissa, in un crescendo di tensioni che invece gli italiani non meritano. Gli italiani hanno diritto invece di avere un confronto tranquillo e sereno tra due proposte per il futuro del Paese, e un confronto altrettanto sereno, anche se duro, su una valutazione - ha concluso - su come l'Italia è stata governata in questi cinque anni». Infine, il vicepresidente dei deputati della Margherita sottolinea: «Ha ragione Chiti: non c'è un caso Annunziata, ma piuttosto un caso Berlusconi e forse anche un caso Rai». Franco Monaco ha aggiunto che «dall'azienda era lecito attendersi la risoluta difesa di un proprio programma e di una propria giornalista che ha il torto di non prestarsi a fare da scendiletto al premier. Ma non da oggi sappiamo che la Rai risponde ad altre logiche. È l'ennesima conferma che si deve mettere in agenda una sua profonda riforma».

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