Annunziata, il silenzio di Rutelli
È quello dei principali leader del centrosinistra che ieri non hanno speso mezza parola per difendere Lucia Annunziata dopo il botta e risposta che ha spinto Silvio Berlusconi ad alzarsi ed abbandonare lo studio di «In mezz'ora». Non che l'Unione sia restata in silenzio, ma sono mancate, e non poco, le reazioni dei big. Sì, perché a parte Piero Fassino (che si è però limitato a sottolineare il nervosismo del premier), nè Prodi, nè tantomento Rutelli hanno commentato l'accaduto. Segno che forse, quanto accaduto tra Berlusconi e Lucia Annunziata, ha messo in un certo imbarazzo l'Unione o perlomeno la parte più moderata della coalizione. D'altronde un precedente c'è. Ma in quell'occasione le parti erano invertite. Il presentatore, infatti, era Antonio Socci e l'ospite la diessina Giovanna Melandri. Era il dicembre del 2003 e, in quell'occasione, Socci incalzò la Melandri (in collegamento esterno) ripetendo ossessivamente una domanda a cui l'onorevole non aveva risposto. Risultato: la Melandri, impossibilitata a parlare, lasciò la trasmissione. Un po' quello che è accaduto ieri a «In mezz'ora». Solo che in quell'occassione l'Ulivo scese in campo compatto contro Socci e il presidente della commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli inviò un telegramma al conduttore per esprimere «personale deplorazione per l'arroganza e l'inciviltà con cui ha condotto la trasmissione». E oggi? Oggi silenzio. Non parla il leader dell'Unione Romano Prodi, non parla il leader della Margherita Francesco Rutelli e, soprattutto non parla il presidente della commissione di Vigilanza Rai (anche lui esponente della Margherita) Paolo Gentiloni. Ovviamente, a via del Nazareno, nessuno ammette l'imbarazzo. Ma è un dato che, nel giorno in cui Silvio Berlusconi ha definito Lucia Annunziata «una persona violenta», le uniche reazioni Dl siano quelle dei due vicepresidente del gruppo alla Camera Renzo Lusetti e Franco Monaco, di Rosy Bindi e del capogruppo in Vigilanza Enzo Carra. Un po' pochino per il partito che esprime la presidenza della commissione. Se poi si va ad analizzare il contenuto delle dichiarazioni si scopre che, gli unici che hanno speso una parola di solidarietà nei confronti di Lucia Annunziata sono Carra e la Bindi. Insomma, ce ne è abbastanza per chiedersi cosa sia accaduto dalla parti della Margherita. Ma il silenzio dei Dl non ha certo messo in difficoltà la parte più radicale della coalizione che, anzi, non ha perso occasione per partire all'attacco del premier. «L'abbandono della trasmissione di Lucia Annunziata da parte del premier Silvio Berlusconi è un gesto significativo - ha commentato l'europarlamentare del Pdci Marco Rizzo -. Berlusconi ha capito che perderà le elezioni e quindi offende una professionista dell'informazione come Lucia Annunziata, ma al tempo stesso dimostra tutta la sua debolezza». «La sceneggiata di Berlusconi dimostra un livello di arroganza senza precedenti. Questo rivela che il presidente del Consiglio ha una idea tutta sua delle apparizioni televisive: senza contraddittorio, senza interlocuzione» gli ha fatto eco Franco Giordano (Prc). E mentre il diessino Giulietti se la prende con la Rai per non aver fatto «un segno di solidarietà a Lucia Annunziata, fatta oggetto da parte del Presidente del Consiglio di offese e pesanti minacce», Enrico Boselli della Rosa nel Pugno attacca Berlusconi che ha «non solo la pretesa di occupare tutti gli spazi televisivi, ma anche di non farsi fare domande vere». Chiude la carrellata il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «La Cdl ha avviato un'indecente aggressione contro Lucia Annunziata. È un brutto spettacolo, un ulteriore peggioramento di un confronto elettorale in cui è impossibile parlare di programmi e dare risposte concrete ai cittadini».