Il Lazio boccia la proposta di Sdi e Radicali sui Pacs. Ma lascia un varco alle coppie di fatto
Nonostante poco prima di Natale la Giunta di centrosinistra guidata da Piero Marrazzo avesse approvato una memoria nella quale si prevedevano fondi per le coppie di fatto, ieri la maggioranza in consiglio regionale ha bocciato, in uno scontro durissimo, la proposta della Rosa nel Pugno che sosteneva quel testo e ha ripiegato su un più generico emendamento, presentato da Rifondazione Comunista, che stanzia un milione e mezzo di euro per «singole persone» che sono in difficoltà economiche. La soluzione trovata, che ha messo d'accordo tutta la maggioranza tranne ovviamente Radicali e Sdi, è stata quella di creare alla Regione un nuovo capitolo di spesa che va ad integrare i finanziamenti previsti dalla legge dell'ex presidente della Regione Francesco Storace per le coppie sposate. Uno stratagemma che, in realtà, lascia la porta aperta a eventuali finanziamenti anche alle coppie di fatto e che infatti non ha convinto affatto il centrodestra. «Il centrosinistra ha l'obiettivo di giungere ad ogni costo al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e finanziarle è il primo passo per arrivarci — ha commentato Stefano De Lillo, consigliere regionale di FI — La maggioranza si è limitata in questa fase a porre le basi, con lo stanziamento finanziario, della dissoluzione della centralità della famiglia sostenuta dalla legge regionale da noi varata. Seguirà una apposita legge, come promesso nel dibattito sull'emendamento dallo stesso presidente Marrazzo, una legge che identificherà finalmente con certezza i destinatari del finanziamento». Anche il capogruppo dell'Udc Luciano Ciocchetti ha messo sotto accusa la maggioranza: «C'è amarezza perché riteniamo che questo sia solo il primo passo per una prossima apertura al riconoscimento delle unioni di fatto e quindi anche alle coppie omosessuali, con evidenti ripercussioni sullo stesso concetto di famiglia. Marrazzo stesso nel bocciare l'emendamento della Rosa nel Pugno ha detto di non condividerlo nel metodo ma non nel merito. Ergo, Marrazzo è a favore delle coppie di fatto siano esse etero o omosessuali». Ragionamenti che vanno a «combaciare» con la soddisfazione mostrata ieri da Fabrizio Marrazzo, presidente dell'Arcigay di Roma: «Quello della Regione è un provvedimento molto importante che dà inizio a una nuova stagione dei diritti alla regione Lazio. La precedente giunta Storace aveva tutelato solo le coppie sposate e la famiglia tradizionale, mentre adesso la nostra regione mira a diventare, con questo provvedimento, la locomotiva d'Italia in fatto di diritti. Ringraziamo Enzo Foschi per la determinazione con cui ha fatto in modo che questo provvedimento venisse approvato e per il sostegno nei confronti di arcigay e di tutta la comunità lesbica e gay». Ma quello che è avvenuto ieri in consiglio regionale, più che una discussione sui Pacs, è stato in realtà un regolamento di conti interno alla maggioranza. Per capirlo bisogna risalire a tre mesi fa, quando la Giunta approvò quella memoria nella quale si prevedevano i finanziamenti per le coppie di fatto. Un documento che Piero Marrazzo aveva dovuto digerire soprattutto per il forte pressing che su di lui aveva fatto Rifondazione Comunista. Ma su quel testo si erano abbattute le ire del Vaticano. Così, per non inasprire i rapporti con la Santa Sede a pochi mesi dalle elezioni, il centrosinistra ha deciso di «annacquare» il provvedimento. Accontentando alcune richieste di Rifondazione — lo stop alla centrale a carbone di Civitavecchia, alcune concessioni sull'urbanistica — e ricevendo in cambio una rinuncia a portare avanti un testo troppo «duro». Così è rimasta solo la Rosa nel Pugno a sostenere il testo sui Pacs. E ieri la maggioranza ha avuto gioco facile a mettere i tre consiglieri della Rnp all'angolo, anche a costo di correre il rischio di una loro uscita dalla coalizione. Ma le elezioni sono alle porte e nessuno aveva voglia di regalare un assist alla Cdl. Dopo il voto si vedrà.