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Bongiorno: «Ho assunto un uomo come segretario»

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È una platea tutta rosa, quella di «Alleanza con le donne», che ieri si è riunita all'hotel Villa Pamphili. In prima fila le candidate, delle quali ben 22 alla Camera e 8 al Senato, rientrano nei «cappelli» di lista, ovvero eleggibili. «Il nostro è il partito delle donne - sostiene con forza la Santanchè - Fini è l'unico leader che nella composizione delle liste si è comportato come se la legge sulle quote rosa fosse stata approvata. Non si vince da sole, mai, nella vita, nel lavoro, nella politica. Per questo noi vogliamo stare al fianco dei nostri uomini di partito, non davanti, certamente non dietro, ma insieme». Un partito in rosa, dunque, quello di An che, come ricorda la candidata più giovane di Italia, Giorgia Meloni «è l'unico partito che ha espresso una donna alla guida del movimento giovanile, una donna alla direzione del proprio giornale e una donna a relazionare sulla Finanziaria. Nessuno ci deve insegnare qualcosa sulla politica delle donne». Una politica al femminile, riassunta in 6 punti programmatici che prevedono più donne nelle istituzioni, più sicurezza, più garanzie nel lavoro, riconoscimento della pensione per 8 milioni di casalinghe. È la candidata Giulia Bongiorno a chiedere alle donne «non solidarietà, ma intelligenza per uscire dall'anomalia». E ricorda, l'avvocato, di quando, giovane ed unica penalista donna a Palermo la scambiavano per segretaria. «Dopo 14 anni ho aperto il mio studio - racconta - ed ho assunto un segretario uomo, bello. Quando apre la porta gli chiedono se è l'avvocato. Con soddisfazione lo sento rispondere no, segretario». Sus. Nov.

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