«La bufera giudiziaria non farà perdere tanti voti»
Una valanga giudiziaria che si abbatte sulla Casa delle Libertà. Il direttore scientifico dell'istituto demoscopico Ispo, Renato Mannheimer, sta già monitorando la situazione. La Cdl può ormai dire addio al recupero sull'Unione? «Per la verità il recupero del centrodestra si era fermato da alcuni giorni e l'Unione era anche sembrata in leggero recupero. E questo non certo per le vicende giudiziarie interne alla Cdl, anzi penso proprio che tutta questa storia non inciderà più di tanto». Nessun effetto dirompente? «Queste sono vicende che appassionano un elettorato informato ed attento, che legge i giornali e segue la politica. Si tratta di una piccola percentuale che inoltre ha già deciso per chi votare. Al massimo queste storie potranno eccitare gli elettori del centrosinistra e scaricare quelli del centrodestra. Ma con effetti poco apprezzabili». Però non può negare che questa «offensiva giudiziaria» porterà ad una perdita di voti a destra... «Non nella misura in cui siamo portati a pensare. Molto dipenderà anche da come le televisioni hanno affrontato questa notizia, dal risalto dato, e dai toni utilizzati. Ma alla fine penso che si concluderà come la vicenda Calderoli». In che senso? «Tutti credevano che la polemica islamica avrebbe portato voti alla Lega. Ed invece non ha inciso per nulla». Perché secondo lei? «Sull'elettorato ancora indeciso incidono altri fattori. È più attento ai messaggi elettorali, alla campagna elettorale con i suoi slogan e messaggi. Sono questi gli aspetti che influiscono sulle scelte dell'elettore indeciso, e sui quali sono convinto si giocherà la vera partita tra centrodestra e centrosinistra». Anche se come sembra la Cdl è ad un'incollatura dall'Unione? «Beh, un divario di 3-5 punti percentuali non è proprio un'incollatura. Se la Cdl davvero vuole sorpassare il centrosinistra deve puntare sulla campagna elettorale, sui manifesti, sugli slogan e soprattutto sulle sfide tv. Cinque anni fa Berlusconi vinse grazie alle sue frasi immaginifiche, con il "famoso" libro "Una storia italiana". È su questo che devono puntare i leader del centrodestra se vogliono vincere, e non preoccuparsi di vicende che alla fine lasciano il tempo che trovano». Ma almeno per An e nel Lazio l'effetto della vicenda Storace avrà conseguenze? «Qui il discorso è diverso. Per quanto riguarda An siamo davanti ad un'anomalia statistica. Forte nei sondaggi e ridimensionata alle urne. Un caso statistico che non trova spiegazione, un'incapacità nel trasferire i voti reali in preferenze. Per questo non mi sento di dire fino a che punto la vicenda Storace avrà un peso». E sul Lazio, che è considerata una delle regioni in bilico? «Qui più è possibile che si verifichi una flessione della Cdl. Ma sarei propenso a non drammatizzarne gli effetti. Vale la stessa questione di prima, chi è indeciso sceglie di votare il centrosinistra non perché Storace si è dimesso ma perché non è stato affascinato dalla campagna elettorale del centrodestra. Il nostro è un elettorato abbastanza impermeabile e quindi non passa con grande facilità da uno schieramento ad un altro». Allora come se nulla fosse accaduto? «Questo no. È chiaro che vicende simili in piena campagna elettorale non fanno mai bene, ma non sono così decisive come ci si aspetta. Ripeto la vera partita è sulla sfida tv e sulla campagna elettorale. Solo così potremo capire se la CdL potrà recuperare il divario, ma non certo per effetto delle vicende giudiziarie di questi giorni».