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I pm scendono in campagna elettorale

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Al punto che sono in molti a puntare il dito contro quello «strano» legame tra pubblici ministeri e campagna elettorale, tra giustizia e politica. Era già accaduto alla fine degli anni '90 quando Tangentopoli spazzò via in un sol colpo un'intera classe dirigente. Era successo nel 1994 quando un avviso di garanzia recapitato al Presidente del Consiglio durante un vertice internazionale a Napoli aveva fatto cadere il primo governo Berlusconi. Riaccade oggi con i pm a farla da padroni in un periodo delicato come quello della campagna elettorale. In realtà la marcia di avvicinamento della magistratura al voto del 9 aprile è cominciata tempo fa con lo scandalo Antonveneta e l'arresto di Gianpiero Fiorani. Una vicenda dai contorni ancora oscuri, ma che qualche giorno fa è tornata improvvisamente d'attualità. Merito di un articolo del Corriere della Sera che ha fedelmente raccontato parte di un interrogatorio dello stesso Fiorani in cui, l'ex patron di Bpi, avrebbe ammesso di aver portato, personalmente, delle tangenti al presidente della commissione Bilancio, il leghista Giancarlo Giorgetti (che le avrebbe cortesemente rifiutate). Era solo l'inizio. Di lì a qualche giorno ecco arrivare due casi da manuale che travolgono Alleanza Nazionale. Giovedì arriva l'indagine per abuso d'ufficio e corruzione al sottosegretario alle Infrastrutture ed ex presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa. L'esponente di An avrebbe favorito (12 anni fa) la costruzione di un capannone a Colleferro, comune di cui è stato primo cittadino. Poi, a distanza di poche ore, ecco esplodere la spy-story che travolge il ministro della Salute Francesco Storace, accusato di aver spiato i suoi avversari politici Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo durante le ultime elezioni Regionali per tentare di danneggiarli. Dulcis in fundo. Ieri, la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e dell'avvocato David Mills con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. L'inchiesta è quella incentrata sui 600mila dollari che l'avvocato inglese, marito di Tessa Jowell, ministro per gli Spettacoli del governo di Tony Blair, avrebbe ricevuto per fare, secondo l'accusa, false dichiarazioni nell'ambito di due datati processi milanesi: quello per le tangenti alla Guardia di Finanza e quello per la vicenda All Iberian. Riepiloghiamo. In meno di una settimana è rivenuto a galla il caso Antonveneta con pesanti accuse ai danni di un esponente leghista di primo piano (Giorgetti è anche il segretario nazionale della Lega Lombarda), un sottosegretario di An è stato accusato di abuso d'ufficio e corruzione, un ministro di An è stato costretto a dimettersi accusato di spionaggio politico e il presidente del Consiglio è stato rinviato a giudizio per corruzione in atti giudiziari. Se poi si torna un po' indietro con la memoria, qualcuno ricorderà anche che, circa due mesi fa, un altro ministro di An, il titolare del dicastero dell'Agricoltura Gianni Alemanno è stato accusato di aver ricevuto dalla Parmalat di Callisto Tanzi «illeciti contributi in denaro pari ad euro 85.000». Che tutto ciò accada in piena campagna elettorale è solo un caso.

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