La tv secondo Romano, Sky la preferita
«Mediaset è una grande risorsa per il Paese ma occorre più concorrenza» ha detto il professore e ha aggiunto: «Se c'è una cappa di controllo, molte emittenti locali finirano per essere assorbite da un unico grande concorrente». Prodi ha anche parlato del digitale terrestre definendolo «una grande idrovora che assorbe tutte le risorse del territorio. Per questo - ha detto - bisogna lottare a armi non dico pari ma almeno non troppo impari». Più chiaro di così. Non è quindi un mistero che il centrosinistra punterà a rafforzare il terzo polo televisivo in modo da arginare la crescita di Mediaset. E terzo polo vuol dire Sky e La7. La spia di questo teorema è anche il fatto che finora Prodi nelle sue apparizioni televisive ha privilegiato Sky. Dice il direttore di Sky Tg24 Emilio Carelli: «Nel panorama dei media l'influenza dei partiti finora è stata eccesiva per questo sia che vinca Berlusconi che vinca Prodi occorre che tutti facciano un passo indietro». Quanto al terzo polo per Carelli «esiste già anche se è all'inizio ma un modo per svilupparlo è che ci siano regole uguali per tutti». E in nome di queste regole il programma dell'Unione sul sistema televisivo fissa alcuni punti cardine che indicano chiaramente le intenzioni della sinistra. Eccoli: conflitto d'interessi, nuovi limiti antitrust, riequilibrio del mercato pubblicitario e rafforzamento del servizio pubblico della Rai. Inoltre si prevede una profonda revisione della legge Gasparri. La revisione del mercato pubblicitario avverrà attraverso l'introduzione di nuovi limiti anticoncentrazione del cosiddetto Sic (il sistema integrato della comunicazione) e limiti al possesso delle reti. Nelle intenzioni dell'Unione c'è anche di impedire a chi controlla il mercato televisivo di detenere anche quotidiani. Sul conflitto d'interessi si vogliono «definire chiare misure di incompatibilità per chi esercita un'influenza rilevante nella proprietà o nella gestione di imprese editoriali televisive o comunque coinvolte con l'informazione». L'Unione intende occuparsi anche dell'auditel introducendo un nuovo sistema di rilevazione da affidare all'Authority. Nel programma del centrosinistra sul sistema televisivo non si parla di privatizzazione della Rai ma si dice che si vuole sottrarre il servizio pubblico dalla raccolta pubblicitaria. Il che presuppone una divisione societaria tra ciò che è finanziato dal canone e ciò che si regge solo con i proventi pubblicitari. Prodi già disse che «la prima scietà dovrebbe restare in mano pubblica mentre la seconda potrebbe essere messa in vendita e offerta a investitori e risparmiatori privati». In sostanza la creazione di una holding. In questo contesto e nel nome di una maggiore concorrenza la sinistra tenderà a sviluppare il terzo polo.