Ostellino: «Al suo posto avrei fatto un'agenda di problemi»
L'ex direttore (e oggi editorialista) del Corriere della Sera Piero Ostellino (1984-1987) è lapidario sull'intervento di Paolo Mieli nell'editoriale di ieri e lascia poco spazio ad altri commenti. Il Tempo lo ha raggiunto senza riuscire a strappare all'ex direttore del quotidiano di via Solferino altre dichiarazioni. Ma è chiaro che Piero Ostellino non avrebbe adottato lo stesso metodo di Mieli ma lo avrebbe informato sulla scelta da fare. Piero Ostellino, vorremmo sapere cosa ne pensa dell'editoriale di Paolo Mieli sul Corriere. Lei è stato un direttore equilibrato... «...Non lo so. Speriamo...». ...che ha mantenuto una posizione di neutralità nei tre anni in cui è stato direttore del Corsera. «Io le dico quello che penso e lei dovrebbe scriverlo in modo preciso». Certamente. «Io penso che sia del tutto legittimo che il direttore del Corriere dia un'indicazione di voto. Io, al suo posto, avrei stilato un'agenda dei problemi del Paese e avrei detto ai miei lettori: chiedetevi chi dei due schieramenti vi sembra più capace di risolverli. E votatelo». Era questo quello che voleva dire? «Esattamente questo». Durante la sua direzione al Corriere lei aveva assunto una posizione simile a quella di Mieli? «Per la mia formazione culturale io non parto mai dagli schieramenti, parto sempre dai problemi che riguardano il Paese e dai cittadini». Da liberale quindi non avrebbe fatto la scelta di Mieli? «Questo non glielo posso dire perché sto stilando l'agenda e quindi sto studiando e mettendo giù un'agenda a mio uso e consumo». Dalla nascita del Nuovo Corriere della Sera (7 maggio 1946) nessuno però aveva fatto questa scelta. «Questo dovete deciderlo voi. Non chiedetelo a me. Pubblicate la mia dichiarazione. Il resto sono tutti giudizi vostri. Non devo dirlo io». Nel centrodestra quasi nessuno si aspettava questo editoriale. «Affari loro! Affari loro! Quelli del centrosinistra saranno contenti: affari loro. Non è questo quello che mi interessa. Io mi limito a dire è quello che le ho dichiarato tra virgolette prima. Credo che questo sia più che sufficiente».