La decisione comunicata in una lettera ai vertici Rai: «Se non si cambia non se ne fa nulla»
Sfida tv: Prodi scappa Diliberto no
Ci vado, non ci vado, ci vado alle mie condizioni, non ci vado comunque? Ieri, il Professore ha finalmente sciolto la riserva. La sfida tv? Non se ne fa nulla. La decisione è stata comunicata con una lettera che il portavoce di Prodi, Silvio Sircana, ha inviato al presidente della Rai Claudio Petruccioli che, lo scorso 28 febbraio, aveva comunicato ai due «duellanti» il calendario dei confronti televisivi (il primo era previsto per lunedì 13 marzo) e delle conferenze stampa fissato dalla Rai in base al regolamento disposto dalla commissione di Vigilanza. «Con rammarico - scrive Sircana - devo constatare che, nonostante i reiterati tentativi di convincere la nostra controparte politica, permangono le condizioni che più volte sono state da noi respinte. Mi riferisco in particolare alla conferenza stampa di chiusura del leader della coalizione di destra nella veste di Presidente del Consiglio conferenza che, da parte nostra, è stata reiteratamente definita inaccettabile». «In secondo luogo - continua il portavoce di Prodi -, ma forse non era la sua lettera l'occasione giusta per parlarne, non trovo menzione delle garanzie da noi più volte richieste per lo svolgimento dei confronti. Mancando queste garanzie e permanendo da parte della coalizione della destra l'intenzione di far tenere al loro leader la conferenza stampa finale riteniamo che i confronti da voi proposti tra i due leader delle coalizioni non si possano tenere. Per quanto riguarda gli altri confronti previsti, esamineremo con i segretari dei partiti della nostra coalizione le disponibilità e le faremo sapere al più presto le nostre decisioni nel merito». Parole che, almeno per il momento, sembrano aver chiuso un tormentone che durava da mesi. Anche perché sia Claudio Petruccioli che il presidente della Vigilanza Paolo Gentiloni hanno fatto sapere che «a meno che non intervengano fatti nuovi» è «oggettivamente» impossibile dar luogo alla sfida tv tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Così, in attesa di sapere cosa succederà, la Cdl ne approfitta per puntare il dito contro il Professore accusandolo di aver paura. E mentre il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini la butta sul ridere («Sono molto rattristato, anzi penso che non riuscirò a dormire a pensare che Prodi non si presenterà») è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del premier Paolo Bonaiuti ad attaccare: «Stanno menando il can per l'aia. Scuse, scuse e ancora scuse per evitare il confronto». Accuse che vengono rinviate al mittente dallo stesso Prodi che, ospite di Porta a Porta, tra un tema e un altro della campagna elettorale, replica: «Paura? «Neanche un pò. Non ho problemi. Nel '96 prima dei due dibattiti televisivi, tutti i sondaggi mi davano perdente. Poi ho vinto. Però voglio parità. Se Berlusconi fa la conferenza stampa come leader di Forza Italia e io la faccio come leader dell'Ulivo non ci sono obiezioni. Ma se poi il premier torna non c'è possibilità di accordo». Ma, al di là delle schermaglie di circostanza, è soprattutto dalle parti dell'Unione che la decisione di Prodi sembra creare problemi. Da giorni, infatti, il faccia a faccia che tiene in apprensione il centrosinistra, non è sicuramente quello tra Prodi e il Cavaliere, ma piuttosto quello che venerdì vedrà contrapposti a Matrix il premier e il leader dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto. I moderati e i riformisti della coalizione, infatti, non vedono di buon occhio questa «investitura» fuori luogo e anche ieri sia Piero Fassino che Massimo D'Alema sono tornati sull'argomento. «È giusto - ha detto il presidente della Quercia - che sia solo Prodi a sfidare Berlusconi in Tv. Io, infatti rifiutai quando Berlusconi annunciò che voleva venire a discutere con me a Ballarò. Non tutti, però, hanno ques