L'Antitrust prepara il terreno alle fusioni
Catricalà predica una maggiore concorrenza. Ma intanto benedice le nuove aggregazioni
E il giorno dopo l'amissione delle velleità espansionistiche di Banca Intesa su Capitalia, Antonio Catricalà, con un tempismo quanto meno «sospetto» ha già preparato il terreno ai conquistatori. L'Autorità è pronta ad «assecondare» eventuali aggregazioni che, anche dal punto di vista della concorrenza, «sarebbero opportune» ha detto ieri il presidente dell'Authority. Il messaggio è chiaro: nessuna barricata a chi si muove per crescere di dimensioni in Italia. Se il presidente dei Banca Intesa, Giovanni Bazoli, nella possibile scalata di Capitalia aveva messo in conto un eventuale stop da parte di Catricalà, da oggi ogni remora è dunque caduta. E non è poco se si considera che anche il primo più forte ostacolo era già venuta meno sabato scorso al Forex di Cagliari, dove Mario Draghi, neo governatore della Banca d'Italia ha esortato a evitare i campanilismi nelle aggregazioni. Ieri è uscito allo scoperto anche Catricalà che ha dato il suo benestare al processo di consolidamento che attende le banche italiane. I quattro istituti coinvolti: Intesa, SanPaolo Imi, Capitalia e Monte dei Paschi sono avvisate. Dall'autorità di regolazione del mercato, insomma, non sarà eretta nessuna barricata. «Se in Italia una banca decidesse di assorbire un'altra banca, dato il lungo periodo di fermo del mercato, dal punto di vista della concorrenza questo sarebbe opportuno», ha spiegato Catricalà, puntualizzando che spetterebbe poi all'Antitrust «valutare l'operazione nei singoli mercati provinciali, con aspetti che si potrebbero risolvere con i nostri normali modi di agire», per esempio chiedendo la cessione di alcuni sportelli. Fatta questa premessa, «l'Antitrust è pronta ad assorbire e ad assecondare nuovi scenari». Un'apertura che lascia il campo libero ai progetti di fusione che sono allo studio di advisor e uffici legali e che potrebbero riservare sviluppi imminenti. Non solo per il potenziale matrimonio immaginato lunedì scorso dai milanesi di Banca Intesa sulla romana Capitalia. Sono diversi, infatti, i segnali che chiamano in causa Sanpaolo Imi e Mps e che fanno ipotizzare possibili sviluppi anche sull'asse Torino-Siena. Un dossier seguito anche dalla politica. Nei giorni scorsi il leader dei Ds, Piero Fassino, ha fatto riferimento al risiko bancario, dicendo che «non è un mistero che ci siano contatti in corso fra Monte dei Paschi di Siena e Intesa da una parte e tra Monte dei Paschi di Siena e SanPaolo Imi dall'altra». Un riferimento a voci e contatti che si sono susseguiti da settimane negli ambienti finanziari ma che solo ieri ha suscitato una reazione da parte dei vertici dell'istituto di Rocca Salimbeni e una successiva precisazione dall'ufficio stampa di Fassino. «Il cda della Banca non è a conoscenza di alcun specifico dossier su ipotesi di aggregazione della Banca Mps con altre istituzioni finanziarie», puntualizza Fabrizi, confermando quanto già dichiarato e cioè che «il processo di consolidamento del sistema bancario italiano appare indispensabile e che a tale processo è opportuno che la Banca Mps partecipi, ferma restando l'esigenza di salvaguardia della sua indipendenza strategica e del suo sistema di valori». Una precisazione che, di fatto, lascia aperte le porte a qualsiasi soluzione. Così come, del resto, la replica dei Ds. L'ufficio stampa del Botteghino ha precisato che «il segretario Piero Fassino, intervenendo in merito ad ipotesi di aggregazioni bancarie, ha fatto esclusivamente riferimento a notizie più volte riportate dai maggiori organi di informazione». La posizione del SanPaolo Imi è stata intanto espressa con chiarezza sabato scorso al Forex dal direttore generale, Pietro Modiano. I tempi per il consolidamento del sistema bancario italiano, ha spiegato, «sono maturi» ma per realizzare le aggregazioni «bisogna fare le cose con calma per farle bene». Modiano ha osservato che «le banche italiane ed internazionali si guardano attorno senza limiti» ma che «ci vogliono piani industriali seri e la creazione di valore per gli