«I Radicali della Cdl sono meno "fragorosi"»
Di quel precedente Pierluigi Castagnetti si ricorda molto bene. Fu lui, infatti, al tempo europarlamentare del Ppi, ad occuparsi direttamente dell'organizzazione dell'evento. Oggi, di fronte alle polemiche sollevate dall'udienza che Benedetto XVI concederà a fine mese ai rappresentanti del Ppe (tra dovevano figurare Silvio Berlusconi, Pier Ferdinando Casini e Clemente Mastella), il capogruppo della Margherita alla Camera torna con la memoria a quel 6 marzo di 9 anni fa e commenta: «Ci sono due elementi, non marginali, di diversità». Quali? «In quell'occasione il Papa ricevette in udienza gli eurodeputati del Ppe convenuti per celebrare il quarantesimo anniversario del trattato di Roma. Si trattava quindi di rappresentanti istituzionali e non di delegati ad un congresso di partito. E, soprattutto, non si era in periodo elettorale». Quindi le polemiche sollevate da alcuni dei suoi alleati non sono proprio immotivate? «No, le polemiche sollevate mi sembrano comunque eccessive. Per questo suggerirei di abbassare i toni anche se, da parte di chi ha organizzato il congresso, c'è stato un tentativo di strumentalizzazione». Che tipo di strumentalizzazione? «Il congresso del Ppe è stato organizzato nel nostro Paese e proprio alla fine di marzo su richiesta di Forza Italia che voleva farne un evento elettorale». Sarà così? «Non credo proprio. Anzitutto perché ci saranno un centinaio di partecipanti e poi perché non credo che Benedetto XVI affiderà mandati particolari. Tra l'altro ho letto che la delegazione sarà guidata dal presidente del gruppo parlamentare Poettering e quindi dovrebbe essere riservata ai parlamentari europei presenti. Questo significa che Berlusconi, Casini e Mastella, con molta probabilità, non parteciperanno». Quindi non ci sarà nessuna ricaduta elettorale? «Penso proprio di no. Anche perché non basta una photo-opportunity per convincere gli elettori che hanno occhi per vedere e intelligenza per giudicare correttezza e coerenza personale di donne e uomini». Soprattuto se si tratta di un politico di lungo corso come lei? «Credo di poter affrontare serenamente qualsiasi valutazione sulla coerenza dei miei comportamente e credo che anche Romano Prodi possa fare altrettanto. Non penso, infatti, che nel centrodestra esista qualcuno che possa mostrare una linearità di comportamento come quella di Romano Prodi». Non teme che l'antiamericanismo di Diliberto da un lato e l'anticlericalismo di Pannella da un altro, possano schiacciare i moderati dell'Unione? «L'esasperazione dei toni laicisti preoccupa anche me e, lo ripeto, in questo caso mi sembra assolutamente eccessiva. Io credo che i laicisti del centrosinistra debbano imparare dai laicisti del centrodestra». In che senso? «I Radicali ci sono anche nel centrodestra, così come una gran parte della Cdl è su posizioni laiciste. Ma sono molto meno "fragorosi" e quindi vengono notati di meno. Sanno quando è il caso di non intervenire». N. I.