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Nelle liste dell'Unione trionfano i simboli rappresentati dai parenti delle vittime di terrorismo e criminalità

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Sono donne che hanno perso i compagni di una vita, che hanno alle spalle storie tragiche, laceranti, ferite che non si richiuderanno, vuoti che non si riempiranno mai. Sono vedove illustri e sono candidate per le elezioni, quasi tutte nelle liste del centrosinistra. Simboli che catalizzano la simpatia e l'empatia degli italiani, persone prima sconosciute ai più che spesso hanno deciso di «scendere in campo» per continuare la battaglia dei mariti caduti svolgendo il loro lavoro, per non lasciare spezzato il filo dell'impegno. «Non bisogna lasciarsi intimidire. È necessario portare avanti il progetto di chi ora non c'è più», dichiarò nel 2002, dopo l'omicidio di Marco Biagi, Olga D'Antona, moglie del giuslavorista assassinato a Roma dalle «nuove Brigate Rosse» nel maggio del '99. Lo spessore umano di questa donna coraggiosa e intelligente emerse subito dopo l'agguato in cui restò vittima Massimo D'Antona, quando ancora i neo-brigatisti erano un entità sconosciuta e misteriosa: «Da quali caverne sono usciti questi uomini?», si chiese Olga puntando l'indice sul feroce anacronismo sociale di un terrorismo fuori dal tempo e dalla Storia. E la vedova dell'ex collaboratore del ministro del Lavoro Bassolino, già eletta nelle liste dei Ds nel 2001, è stata ricandidata a Roma. In realtà la D'Antona (autrice di uno struggente libro, «Così raro, così perduto», cronaca del suo dramma personale) non era nuova all'impegno politico e sociale e aveva già lavorato nel sindacato. Una «new entry», invece, è la vedova del funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso dal «fuoco amico» Usa a Baghdad la sera del 4 marzo 2005 mentre portava in salvo l'inviata del Manifesto Giuliana Sgrena. Calipari è un vero eroe, o meglio, un «eroico uomo normale» che svolgeva il suo lavoro nel silenzio e con discrezione, senza mai cercare i riflettori dei media. Lo dimostra il suo lungo curriculum (capo della Mobile a Cosenza negli anni '80, dirigente della Narcotici e vicecapo della Mobile a Roma, capo della Criminalpol Lazio, Umbria, Abruzzo e poi, dopo il passaggio al servizio centrale operativo (Sco) e all'Ufficio Stranieri della Questura romana, approdato al Sismi) e lo dimostra il modo in cui è morto: freddato da un proiettile mentre proteggeva con il suo corpo la giornalista. Anche Rosa Maria Villecco viene da una famiglia che ha sempre masticato politica ed è «nipote d'arte» (dell'ex ministro socialista Giacomo Mancini). Inoltre, sebbene non ci sia continuità diretta fra quello che faceva il marito e un seggio in Parlamento nelle fila dei Ds (che la propongono in Calabria per il Senato dietro al dalemiano Nicola Latorre) l'impressione è che in qualche modo pure lei voglia raccogliere l'eredità del consorte: «Non mi arrendo, il caso è ancora aperto», ha detto alcuni giorni fa riferendosi all'inchiesta sui fatti del marzo 2005. E ha aggiunto che la sua candidatura sarà un «impegno per la giustizia e la legalità. Un ruolo in Parlamento può servire a denunciare le vicende ancora oscure. Non solo l'omicidio di Nicola, perché nel nostro Paese ci sono molte altre morti che bisogna spiegare». L'«inventario» delle «icone» scelte dal centrosinistra, che seguono le orme di Carol Beebe Tarantelli (moglie del professore di Economia freddato dai brigatisti il 27 marzo 1985 a Roma), non si ferma qui. L'abile sindaco capitolino Walter Veltroni, che ha caldeggiato il nome di Rosa Calipari, a novembre è stato con lei in Calabria a discutere di mafia. E insieme hanno incontrato Maria Grazia Laganà, vedova del vicepresidente del consiglio regionale calabrese Francesco Fortugno, ammazzato dalla 'Ndrangheta a Locri il 16 ottobre scorso. Risultato? Maria Grazia si presenta nelle liste della Margherita alla Camera. Sabina Rossa, figlia di Guido, ucciso dalle Br nel 1979, è candidata al Senato per i Ds in Liguria. Per finire, c'è Heidi Giuliani. La mamma del ragazzo ucciso durante gli scontri per il G8 di Genova nel 2001 sarà candidata per Rifondazione. A «fargli posto» sarà il senatore del P

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