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«La sinistra gli ha promesso mari e monti»

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L'islamista: «Effetti devastanti dalle storie inventate proprio dagli italiani»

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La professoressa Rita Di Meglio è stata docente di storia e civiltà del vicino Medio Oriente e poi anche di lingua e letteratura araba alla Sapienza. E quel che sta avvenendo a Tripoli ed è accaduto a Bengasi lo avverte un po' sulla pelle. Legge e rilegge le parole di Gheddafi e le ultime sortite dei rais. E lei, parla e misura le parole. Professoressa, dove vuole arrivare Gheddafi? «Francamente queste ultime sortite mi paiono le stesse di sempre». Sembra però entrare direttamente nella campagna elettorale italiana. «Lei dice?». Pare schierarsi con Prodi... «Non vedo perché si stupisce. Dalla sinistra ha avuto più aiuto che altro. Ha avuto mare e monti, anche oltre quel che potesse sperare». A che cosa si riferisce? «Il maggior aiuto lo ha ottenuto da uno scrittore di sinistra, Angelo Del Boca». Addirittura? «Certo, ha scritto un libro che getta un enorme discredito sull'Italia e sugli italiani del passato. I suoi testi, infatti, sono stati tradotti e distribuiti nelle scuole. Hanno avuto un effetto deflagrante nei rapporti tra i due popoli, che al fondo sono sempre stati ottimi». D'accordo, ma che cosa ha scritto Del Boca? «In sostanza narra di centinaia di migliaia di morti per mano italiana. Sono cifre, dati, numeri non supportati da prove. Nessun dato storico. Vi sono narrati fatti realmente accaduti, come le deportazioni durate sino al 1921 e le impicaggioni. E altri casi che non sono dimostrati o dimostrabili. Le conseguenze, però, sono state devastanti. Gheddafi ne ha fatto una bandiera e il nazionalismo, si sa, è il miglior collante dei governanti». Effetti devastanti? «Mon voglio glorificare l'occupazione italiana. Ma bisognerà ricordare, per verità storica, anche altri fatti che sono stati positivi». Per esempio? «Gliene cito uno: le scuole. Gli italiani ne hanno costruite tantissime. L'ultimo ambasciatore libico presso la Santa Sede aveva studiato al collegio La Salle, parlava perfettamente le due lingue e ha scritto e scrive meravigliose poesie anche in italiano. Un esempio di perfetta integrazione e anche di multiculturalità. Ecco, bisognerebbe raccontare anche esempi positivi. Almeno quelli che ci sono. Perché buttare sempre fango sul nostro Paese? E per giunta all'estero?». Comunque parliamo di politica. Perché il raìs dovrebbe preferire la sinistra italiana? «Le promesse maggiori Gheddafi le ha avute proprio dal governo precedente a quello in carica. Nel '98 D'Alema prese impegni solenni per la realizzazione dell'ospedale. Impegno rimarcato anche dall'allora ministro degli Esteri, Dini. Sicuramente il centrosinistra ha sempre subìto un certo fascino da questo leader». Ma anche Berlusconi si è sempre vantato di aver un ottimo rapporto con Gheddafi... «E sicuramente i rapporti personali sono stati ottimi. Sono stati firmati anche importanti accordi, come quello sull'immigrazione. Berlusconi però si è reso conto che alcune promesse sono forse irrealizzabili». Quanto accaduto a Bengasi, però, spiega una situazione diversa. «A Bengasi era la solita manifestazione. Poi sono accaduti fatti non prevedibili». Per esempio? «La prego, non posso essere precisa. Le dico che ho le mie fonti e che si sono aggiunti anche personaggi da poco usciti di galera. I poliziotti erano pochi, hanno chiesto rinforzi ma hanno avuto paura della folla montante. E hanno perso il controllo».

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