Formigoni, Berlusconi prende tempo
Braccio di ferro nel centrodestra per la candidatura. An si schiera a favore del Governatore
I nodi più spinosi, a cominciare quindi dalla candidatura di Formigoni, saranno sciolti tra oggi e domani. Nel complesso ci saranno più conferme che esclusioni. Nel fine settimana è previsto un incontro tra il governatore della Lombardia e il presidente del Consiglio. nel frattempo Formigoni incalza, scalpita, lancia messaggi trasversali che hanno il sapore quasi di un ultimatum. Il problema è l'ostilità della Lega alla sua candidatura anche se ieri Calderoli ha ammorbidito i toni. «Nessuno ha mai contestato la libertà di altri partiti di candidare chi desiderano. Semmai Bossi ha detto che rivotare per il presidente della Lombardia non piacerebbe ai lombardi». L'ex ministro ha insistito sul fatto che «con il sistema elettorale in vigore non c'è la possibilità di sostituire il presidente regionale in caso fosse eletto senatore e quindi verrebbe meno la maggioranza regionale in Lombardia. Così Bossi ha rivendicato l'importanza grandissima che ha la regione Lombardia e ha fatto osservare che conta di più essere presidente della regione che senatore». A sostegno di Formigoni si è schierata An. Ignazio La Russa è stato chiaro: «Per noi è un valore aggiunto tant'è che alle precedenti elezioni regionali nel nostro simbolo abbiamo messo il suo nome». Quanto al problema di un ritorno al voto per La Russa va affrontato dopo. «La priorità è vincere». Ma le polemiche non scalfiscono la decisione di Formigoni di candidarsi. E ieri il governatore ha rincarato la dose lanciando messaggi di fuoco a chi vorrebbe sbarrargli la strada. «Le questioni che ho posto in questi giorni non puntano a confondere centrodestra e centrosinistra, ma semmai a rafforzare il centrodestra. Io dico che quest'ultimo deve allargare la propria area di influenza e saper parlare ad elettori che non stanno nè di qua nè di là, che non hanno mai preso una tessera di partito». «Ci troviamo di fronte - ha aggiunto Formigoni - alla stessa questione che posi per primo di allargare ad un'area riformista, di un riformismo cattolico e laico storico, che si incarna nelle nostre culture in Lombardia. Se questa proposta, che io avanzai un anno fa, fosse stata seguita, ci avrebbe permesso di vincere con 40 punti di vantaggio, perchè così dicevano in modo inequivocabile i sondaggi. La Casa delle Libertà preferì di no ed io feci un passo indietro per senso di responsabilità. Col risultato che, invece di vincere di 40 punti, vincemmo di soli 10 punti. Comunque, qui in Lombardia vincemmo, ma nel resto d'Italia subimmo una sconfitta. In politica le questioni rimosse ritornano sempre». Un avvertimento che si aggiunge al monito dei giorni scorsi in cui Formigoni profilava una sorta di rivoluzione all'interno della Cdl in caso di sconfitta elettorale. «La Casa delle Libertà perde da tre anni a questa parte e una nuova sconfitta sarebbe la conferma di un trend costante». Più chiaro di così.