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Fassino fa «il maestro» bacchetta Bonaiuti «Rosicare non si dice»

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A usare la penna rossa della «maestrina» è il segretario dei Ds Piero Fassino che bacchetta Paolo Bonaiuti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si è lasciato andare a una espressione un po' colorita che a Fassino non è andata giù. Nel mirino il commento alla calorosa accoglienza che il discorso di Berlusconi ha avuto al Congresso Usa. Bonaiuti rinviando le accuse della sinistra secondo la quale si sarebbe trattato di una grande spot elettorale, ha detto che in realtà «Fassino ci rosica». E poi: «Lui e i suoi amici della sinistra ci hanno abituato ad ascoltare di tutto, ma arrivare a definire applausi di cortesia quelli tributati a Berlusconi dal Congresso americano supera ogni limite». Quel «rosicare» non è stato digerito dal segretario dei Ds che lo ha voluto segnare con la sua penna rossa e ha così sentenziato per bocca del portavoce Cuillo: «Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha tempo fino al 9 di aprile per dare sfogo a battute poco spiritose e un po' volgari. Dal 10 aprile, con la vittoria di Prodi, Palazzo Chigi finalmente tornerà ad essere una istituzione seria al servizio degli italiani». La replica è arrivata immediata dal responsabile comunicazione di FI alla Camera Giorgio Lainati che ha accusato Fassino di non conoscere bene Roma come peraltro lo stesso Prodi. «Altrimenti il segretario della Quercia non avrebbe fatto fare al suo portavoce un ennesimo autogol facendogli sostenere che il termine, usato da Bonaiuti, rosicare, sia volgare». Lainati poi ha sottolineato che «negli ultimi cento anni questo termine è stato usato innumerevoli volte anche nella prosa del Belli e di Trilussa, a testimonianza che il dialetto non è mai volgare. In quanto allo stile e all'eleganza, basta pensare agli amici filocastristi di Piero Fassino, Oliviero Diliberto e Marco Rizzo, per farsi un'idea della devastante ipotesi di vederli tutti insieme a Palazzo Chigi».

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