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«La sinistra impari da Clinton»

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D'altra parte è una persona molto meticolosa, è attento ai minimi particolari. Ma l'applauso che ha ricevuto dal Congresso credo l'abbia ripagato di tutto. E credo che la stima dimostrata al premier debba essere anche un motivo di orgoglio per tutti gli italiani». Adolfo Urso, viceministro alle attività produttive, ha viaggiato con Berlusconi nella sua trasferta americana, ha seguito il suo intervento al Congresso ed è stato anche tra i primi a replicare quando l'opposizione ha criticato il premier per aver sfruttato il viaggio a fini elettorali. «L'applauso, palese, di Clinton e di tutti i Democratici è la prova di quanto gli americani — tutti, di qualsiasi schieramento politico — stimano Berlusconi e l'Italia. Per questo credo che le critiche del centrosinistra siano semplicemente vergognose». C'era molta attesa per i temi scelti per il discorso, lei che giudizio ne ha dato? «Sinceramente Berlusconi ha avuto un'accoglienza che non mi immaginavo, ha indovinato anche il "taglio" del discorso, il ruolo dell'Europa e il rapporto storico con gli Stati Uniti, l'importanza del fatto che esista un unico occidente. Ma allo stesso tempo ha avuto anche l'intelligenza di dire quello che pensava anche se non coincideva con il pensiero americano». Ad esempio? «Ha insistito sul ruolo della Russia, sulla sua importanza sullo scacchiere internazionale». Quali saranno le ricadute nel nostro Paese di questo viaggio? «Sicuramente ci deve essere la consapevolezza negli italiani di essere una nazione che ha ritrovato un ruolo significativo nel mondo. Ma la cosa importante è che anche il comune sentire degli americani ormai riconosce all'Italia un ruolo che non è più marginale». Tutto questo avrà riflessi anche per la campagna elettorale in Italia? «Questo è quello che dice la sinistra, ma è un falso. Il riflesso positivo è che questo viaggio traccia il consuntivo di un bilancio importante sulla nostra politica estera e della nostra politica economica. Abbiamo ripreso a crescere negli Stati Uniti, la nostra bilancia commerciale è tornata largamente in attivo. E il simbolo di questa rinascita sono i 23 elicotteri prodotti dall'Agusta che gli Stati Uniti hanno comprato e che sono utilizzati per la difesa della Casa Bianca. Allo stesso tempo oggi in America c'è la riscoperta del nostro stile di vita, della nostra cucina, della qualità dei nostri prodotti. E siamo finalmente giudicati anche affidabili, cosa che prima non accadeva. Va detto che parte del merito va anche a Gianfranco Fini che ha fatto un gran lavoro da quando è diventato ministro degli esteri». Che cosa è cambiato rispetto al passato? «Il fatto che il governo Berlusconi ha dato dimostrazione di serietà. La scorsa legislatura Clinton si è trovato a dover dialogare con quattro esecutivi diversi e con un Paese che non riusciva a rispettare gli impegni presi. Un'immagine che siamo riusciti a modificare completamente. E gli applausi fatti al premier dovrebbero essere un avvertimento a tutto il centrosinistra». In che senso? «Ci sono stati due passaggi fondamentali del suo discorso. Il primo è stato quando ha ricordato l'impegno preso dall'Italia in Iraq e si sono alzati tutti in piedi. Gli americani possono avere idee diverse sull'intervento militare contro Saddam ma ci sono estremamente riconoscenti per quello che abbiamo fatto. E questo dovrebbe servire da lezione ai vari Diliberto, D'Alema, Prodi che hanno letto questo viaggio alla luce delle loro beghe di cortile. Un comportamento vergognoso. Il secondo passaggio fondamentale è stato quello in cui Berlusconi ha sottolineato il ruolo dell'Italia in Europa e soprattutto il fatto che esiste un solo occidente, che va dal nostro Continente agli Stati Uniti». Pa. Zap.

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