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Applausi Usa a Silvio Ma la Rai oscura

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Parla a Camera e Senato Usa riuniti in sessione plenaria. Parla all'America. Il massimo riconoscimento per il nostro Paese, concesso in passato solo tre volte. Ma per la Rai non basta. Silenzio. Neanche un collegamentino, una piccola diretta. Uno specialetto. Niente. Nulla di nulla. Per assistere Silvio Berlusconi impegnato in un evento storico, gli italiani si sono dovuti trasferire sulle reti private. Su Canale 5, che per una volta ha sostituito RaiUno nel servizio pubblico. Oppure su Sky, che è sul satellite. «C'è la par condicio», rispondono a viale Mazzini. Non s'è trovato uno spazietto nel palinsesto per trasmettere il discorso del presidente del consiglio. Niente. Alla Rai a scopo preventivo sono pronti anche a mozzarsi le mani. Ma per l'Unione Berlusconi non avrebbe dovuto avere spazio nemmeno su Mediaset. Zittitelo. Il risultato è che in Italia si discute di nuovo se era il caso di mandarlo in onda oppure no, piuttosto che dibattere delle parole pronunciate dal premier. Un paradosso. Un paradosso italiano. La democratica Hilary Clinton si spella le mani per quello che ha detto Berlusconi, in Italia i suoi seguaci vorrebbero metterlo sotto silenzio fino al 9 aprile. L'Unione dunque attacca: è stato un gigantesco spot elettorale. La Cdl replica: la tv ha seguito la visita storica di un capo del governo italiano negli Usa. E se il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, sottolinea che il Tg5 ha «esercitato un sacrosanto dovere di cronaca», il caso potrebbe arrivare sul tavolo dell'Authority Tlc: alcuni commissari hanno infatti sollevato il problema di una «grave violazione della par condicio» chiedendo una riunione urgente della commissione Servizi e Prodotti. Al cronista che gli chiede delle possibili polemiche, prima ancora della messa in onda dello speciale, il direttore del Tg5 Carlo Rossella risponde mettendo «le mani avanti»: «È un intervento di carattere istituzionale del presidente del Consiglio, che la tv di qualunque Paese avrebbe trasmesso in una situazione analoga». Nessun problema per la par condicio, secondo Rossella, «garantita» dalla partecipazione al dibattito in studio - con il ministro della Difesa Antonio Martino - del Ds Umberto Ranieri. Protesta tutto il centrosinistra: «È stato uno spot elettorale». Giuseppe Giulietti, capogruppo Ds in Vigilanza, sollecita con forza una presa di posizione dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, per sapere «se sarà garantito lo stesso trattamento a Prodi, Rutelli, Fassino nel caso in cui incontreranno, nei prossimi giorni, esponenti delle massime istituzioni di nazioni europee o di tutto il mondo» e «se è lecito quando sta accadendo». Parole che faranno polemica sui giornali per qualche giorno. Quelle di Berlusconi pronunciate ieri passeranno alla storia tra 8 standing ovation. Un discorso terminato con un ricordo personale: «Permettetemi di concludere il mio intervento condividendo con voi una breve storia» quella «di un giovane uomo, che si era appena diplomato al liceo...». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, termina il suo discorso al Congresso americano, riprendendo a parlare in inglese, come aveva fatto durante l'introduzione del suo intervento, e raccontando un ricordo personale: «Questa è la storia di un giovane portato dal padre nel cimitero che era il luogo del riposo finale per giovani soldati coraggiosi, giovani che avevano attraverso un oceano per riportare dignità e libertà a un popolo oppresso». «Nel mostragli quelle croci — prosegue il racconto del premier — quel padre chiese al figlio di fare un voto affinché mai dimenticasse quell' estremo sacrificio che giovani soldati americani avevano fatto in nome della liberta». «Quel padre fece giurare a suo figlio eterna gratitudine a quel Paese. Quel padre — ha concluso Berlusconi, tra gli applausi — era mio padre, e quel giovane uomo ero io. Io non ho mai dimenticato quel sacrificio che ho giurato, mai dimenticherò. Grazie». Prima c'era stato un appello all'unità: «L'Occidente è e deve restare un

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