Energia, Berlusconi all'Ue: «Intervenite»

I due ministri dell'Economia e delle Attività Produttive si sono già attivati per verificare quali spazi di intervento ci possono essere in sede Ue ma anche nella politica industriale. La parola che serpeggia nei due ministeri è una: ritorsioni. Ma tutti sono consapvoli che questo aprirebe una reazione a catena le cui conseguenze potrebbero essere rischiose per l'Italia. Lo stop all'Enel posto da Parigi nella conquista di Suez-Electrabel ha di fatto aperto nuovi scenari sullo scacchiere europeo. La diplomazia italiana fa notare che questo evento è un elemento di debolezza per l'Europa che mostra le crepe profonde di una compattezza che vige solo sulla carta. Il premier Berlusconi che ieri prima della partenza per gli Stati Uniti, ha avuto un lungo colloquio con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ha sottolineato che a questo punto «l'Europa deve intervenire assolutamente» e che comunque «i ministri Scajola e Tremonti stanno facendo tutto quanto è necessario». Tant'è che Scajola ha convocato, per stamane, l'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti per discutere del dossier francese. Secondo indiscrezioni si starebe valutando l'ipotesi di una contromossa forte. Come quella di procedere lo stesso con l'offerta su Suez. Ieri Tremonti ha riunito i più stretti collaboratori e gli esperti del ministero per studiare nel dettaglio l'operazione Suez e la reazione del governo francese ma soprattutto per verificare che spazi di intervento ci possono essere. Oggi e domani Tremonti sarà a Bruxelles per incontrare il commissario alal concorrenza Neelie Kroes e il responsabile del mercato interno Charlie Mccrevy. Il ministro ha già avuto un colloquio telefonico con il collega francese Thierry Breton al quale ha espresso senza mezzi termini la profonda delusione del governo e gli ha ricordato la posizione di Palazzo Chigi nella vicenda dell'offerta di Bnp-Paribas sulla Bnl. Tremonti ha anche respinto al mittente le critiche di Prodi che ha accusato il governo di non aver sostenuto a sufficienza l'operazione dell'Enel. E se Prodi sostiene che con il centrodestra l'Italia «è diventata il ventre molle dell'Europa» i ministro gli ribatte che «con la sinistra al governo non sono stati i francesi a bloccare gli italiani in Francia, ma i francesi a scendere baldanzosamente le Alpi! Evidentemente non rispettosi e non timorosi della durezza di sinistra». Poi ha ricordato che «è stata proprio la Casa delle Libertà a venire in soccorso della sinistra, avallando il decreto legge Letta del 25 maggio 2001» con cui veniva posto il tetto del 2% al diritto di voto di Edf nella Edison. Un no alle ritorsioni è venuto dal vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini. «Se cominciamo con le rappresaglie, botta e risposta, condanniamo l'Europa a una battuta d'arresto grave perchè fondata sul conflitto degli interessi nazionali». Frattini non ha nascosto il pericolo di «una nuova ondata di nazionalismi forti». Ed è quanto va evitato dal momento che l'Italia «ha da rimettere di più se non c'è competitività e se non c'è un mercato unico veramente europeo». Il viceministro Adolfo Urso sottolinea che i francesi stanno minando alle fondamenta l'Unione Europea. «Dopo il no alla Costituzione europea, arriva il secondo colpo di grazia all'Europa. E, purtroppo, la mano è sempre la stessa, quella francese». «Di fatto, con l'annuncio dato personalmente dagli schermi televisivi del primo ministro De Villepin - afferma Urso - la Francia ha ammesso di usare soldi e risorse pubbliche per ostacolare un'operazione di mercato: un fatto grave, gravissimo che viola le leggi più elementari della concorrenza, creando una profonda lesione del diritto commerciale internazionale».