Caso Formigoni, FI teme di lasciare la Lombardia alla Lega

Per tutto il fine settimana Berlusconi non ne ha voluto sapere delle beghe che si sono scatenate dentro al partito sulle liste elettorali. La questione delle candidature è ancora tutta aperta. Il premier ha preferito concentrarsi su quella che ora considera una priorità, ovvero il viaggio negli Stati Uniti dal quale conta di ricavarne dividendi elettorali significativi. Sicchè solo sabato sera il problema delle candidature è stato affrontato di sfuggita. Resta quindi aperto il caso Formigoni. Se il presidente dela Lombardia dovesse essere candidato si aprirebbe la questione della sua sostituzione alla Regione. Le elezioni per trovare un nuovo governatore aprirebbero la strada a una vittoria quasi sicura della Lega. Il punto è tutto qui. Forza Italia teme che assegnando un seggio a Formigoni verrebbe a perdere la Lombardia lasciandola al Caroccio. Sarebbe una tragica sconfitta. Tanto più che il partito di via dell'Umiltà non si fida ciecamente della Lega. Quanto è successo con Calderoli anche se rientrato ha fatto capire che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Ma è anche vero, come spiegano all'interno di Forza Italia, che Formigoni preme per la candidatura e Berlusconi ha più di un debito di riconoscenza nei suoi confronti. Sicchè la frase che il premier ha lanciato al Mazda Palace di Milano (lasciando intendere a continuazione del mandato al vertice della Lombardi) è qualcosa di più di un'uscita improvvida ma riassume tutta la difficoltà del caso. Oggi comunque, prima della partenza per gli Stati Uniti, Berlusconi incontrerà Formigoni all'inaugurazione del cantiere per i lavori di recupero della ex Manifattura Tabacchi, ed è probabile che in questa occasione ci possa essere uno spiraglio di chiarimento. «Le cose vanno bene - ha deto ieri il governatore - Si arriverà alla soluzione positiva che ho sempre indicato». Su quale sia però Formigoni sorride: «La soluzione positiva è quella di coinvolgere tutte le energie più forti». Poi ha sottolineato che Berlusconi «sta seguendo personalmente la composizione delle liste. Sta meditando importanti novità che faranno bene a noi e alla competizione, qualche colpo di scena». Formigoni in cambio di una rinuncia alla candidatura, sarebbe pronto ad alzare la posta chiedendo tre seggi sicuri per i suoi fedelissimi: Maurizio Bernardo, Alberto Giuglielmo e Aldo Brandirali oltre ala conferma dei ciellini Maurizio Lupi e Adriano Paroli. Quanto alle altre regioni nel Lazio sarebe confermata la candidatura alla Camera del ministro della Difesa Antonio Martino, di Cesare Prevti e di Barbara Contini. Seggio sicuro nel Centro per il presidente del Senato Marcello Pera. E per il ministro del'Interno Pisanu oltre che in Sardegna, incalabria e in Puglia. In Veneto correrà la portavoce Elisabetta Gardini mentre in Emilia Romagna ala Camera dovrebbe essere candidato il ministro Lunardi se non farà il capolista al Senato. In Piemonte dietro il premier, il coordinatore regionale Guido Crosetto e il sottosegretario Maria Teresa Armosino. In Liguria il ministro Claudio Scajola.