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Anche Prodi riscopre Fazio

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Si fa attendere solo pochi giorni la risposta di Romano Prodi a Silvio Berlusconi sul tema dell'italianità delle banche. Giovedì era stato il premier ad aprire le danze attaccando i pm che, con il loro «indebito intervento», avevano di fatto permesso a banche straniere di acquistare Antonveneta. Ieri la risposta del Professore che, dal Palalottomatica di Roma, nel corso della kermesse che ha dato il via alla campagna elettorale dell'Ulivo, ha detto la sua. «È vero - ha ammesso Prodi - il Paese è stato svenduto in questi anni. Sono andati all'estero la mozzarella, l'olio d'oliva, i salumi, le banche, le centrali elettriche, le assicurazioni. E questo non è certo colpa dei magistrati». E se Berlusconi aveva citato Antonveneta, Prodi ha parlato, ovviamente, di Bnl. «Il fatto vero - ha aggiunto - è che in tutti questi anni il casereccio dirigismo del governo e i bisbigli di moral suasion della Banca d'Italia, hanno impedito agli istituti di credito italiani di rilevare le quote della Bnl (il riferimento è al tentativo di Montepashi di due anni fa, ndr). È lo stesso casereccio dirigismo che ha favorito l'acquisto di quote di banche italiane da parte di banche straniere nell'illusione di poterle poi governare a paicere come era un tempo in grado di fare Enrico Cuccia. Questa è responsabilità del governo e non dei magistrati». Insomma anche Romano Prodi scende in campo in difesa dell'italianità delle banche e non è un caso che ciò avvenga a una settimana esatta dal primo discorso ufficiale del Governatore di Bankitalia Mario Draghi che, proprio nel corso del Comitato interministeriale per il Credito di martedì, aveva evidenziato il rischio, per le nostre banche, di essere acquistate da gruppi stranieri. Un rischio che, secondo Draghi, deve essere scongiurato attraverso una politica di alleanze e aggregazioni. E i più maliziosi già pensano all'ex numero uno di Palazzo Koch Antonio Fazio finito sulla graticola proprio per aver tentato di difendere l'italianità di due banche: Antonveneta e Bnl appunto. Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe finita così. Per il resto il discorso pronunciato dal Professore è stata una lunga requisitoria contro Silvio Berlusconi colpevole di aver portato allo sfascio il Paese. «Quest'anno - ha esordito il Professore - la primavera arriverà il 10 aprile, quando si chiuderanno le urne e gli italiani avranno depositato la loro sentenza. Una sentenza definitiva, questa davvero inappellabile, che decreterà la fine di un inverno durato cinque lunghi anni». Per Prodi Berlusconi è ormai il «passato». «Un passato che, anche se ci lascia l'amaro in bocca, è comunque definitivamente passato. Definitivamente». E visto che Berlusconi è praticamente con un piede fuori da palazzo Chigi il Professore ne ha approfittato per riprendere alcuni punti del programma dell'Unione. Che sono poi quelli che va ripetendo da qualche giorno: cuneo contributivo, casa e sostegno alla famiglia. Misure che hanno un costo, ma che verranno realizzate perché, ha spiegato Prodi, «i conti li abbiamo fatti bene».

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