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«Il terrorismo islamico una minaccia simile al nazismo»

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Lo ha detto ieri il ministro Castelli, ospite della trasmissione «Radio anch'io» insieme al leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro. «Si tratta di capire quale strada scegliere — ha detto — la resa, o addirittura il collateralismo e la complicità, come ha scelto la sinistra, o rivendicare i nostri valori, il diritto della nostra libertà individuale, che nella civiltà occidentale è portata al massimo grado». Per Castelli questa strada «comporta sacrificio». «La sinistra ha fatto la sua scelta — ha aggiunto riferendosi alle manifestazioni in cui sono state bruciate le bandiere o si gridava "10 100 1000 Nassiriya" — nella CdL si deve invece chiarire il limite oltre il quale la prudenza e la responsabilità diventano resa». Poi il ministro della giustizia è intervenuto sul tema delle candidature. «Sono d'accordo nel non candidare persone che hanno ricevuto condanne in Parlamento. Ma vediamo per quali reati sono stati condannati: se si tratta di truffa o corruzione va bene, ma se si tratta di vicende legate alla lotta politica credo che questa motivazione non valga». «Sulle leggi ad personam — ha poi agiunto — la sinistra ha costruito un'intelligente opera propagandistica. Ma i fatti dicono altro. Non c'e stato nessuno che abbia ricevuto vantaggi da una di queste leggi. La Cirami non è andata a vantaggio nessuno, né la Cirielli». Quanto alla situazione del debito pubblico giudiziario, con dieci milioni di processi in arretrato, Castelli ha spiegato che si è «riusciti a recuperare bloccando il trend in aumento». Non è vero, inoltre, ha ribattuto il Guardasigilli a Di Pietro, che negli uffici «manca la carta. È una delle tante storielle della sinistra. Abbiamo dato un computer a tutti i magistrati, quindi non hanno bisogno della carta. I problemi sono altri, come l'organizzazione degli uffici».

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