E Forza Italia fa contro-ironia su Benigni
Se, infatti, nell'ottavina dedicata al premier la satira era graffiante quanto una bottiglietta di vetriolo, in quella diretta al leader dell'Unione il comico toscano è stato decisamente molto «buono». Anche troppo, visto che le due poesiole sono state presentate nel segno del politicamente corretto. E invece il Benigni nazionale ce l'ha fatta un'altra volta, alla faccia della par condicio. Silvio Berlusconi viene dipinto come colui che promette miracoli (irrealizzabili, come ogni miracolo che si rispetti) e si presenta addirittura come Gesù Bambino. Romano Prodi viene, invece, trattato con i guanti. Nessuna critica indiretta, sul filo dell'ironia. Il professore è il grande accusatore, che rinfaccia al presidente del Consiglio di aver ridotto l'Italia a un fritto misto, e di aver speperato e scialacquato. Così, per replicare sullo stesso tono e ristabilire l'equilibrio perduto, il gruppo dei senatori del Senato ha tentato di rispondere per le rime all'esuberante comico di sinistra. «Caro Benigni - scrivono i senatori forzisti - ma che cosa dici, di quale par condicio vuoi parlare, lo sanno tutti qual è la tua bici, per quale parte devi pedalare. Finché volevi bene a Berlinguer ti si poteva pure un po' capire. Ma ora questa Unione ci ha un parterre che è veramente da rabbrividire. Scalate, opa, banchieri con consorte, per questa gente sì che la vita è bella, voti a sinistra e si aprono le porte, altro che pane con la mortadella. Ma forse tu ci credi, o Robertino, davvero non hai aperto ancora gli occhi e non t'accorgi d'esser burattino come il pinocchio ch'era tra i balocchi». M. G.