Angeletti-Necci, la strana coppia in campo per Psi e democristiani
Una grande ambizione per una piccola forza. Certo loro sono sempre gli eredi dei due partiti simbolo della prima repubblica, e ora sono alleati al centrodestra. Insieme stanno lavorando per dare il loro contributo alla vittoria della Cdl, superare lo sbarramento del 2% e portare la loro rappresentanza in Parlamento. Ieri hanno presentato il loro programma comune di fronte a due ospiti d'eccezione: il segretario della Uil, Luigi Angeletti, e l'ex presidente delle ferrovie dello stato, Lorenzo Necci. Due mondi, due importanti interlocutori per la Dc-Psi. Angeletti rappresenta il terzo sindacato italiano per numero di iscritti, una forza che se decidesse di seguire il suo segretario verso la Dc-Psi garantirebbe alla nuova formazione un risultato più che significativo alle prossime elezioni. Necci è stato uno dei più importanti manager di Stato italiano, dopo le vicissitudini di tangentopoli ha dovuto rinunciare a responsabilità di primo piano, però rimane un personaggio molto autorevole e ascoltato nel mondo dell'imprenditoria italiana. I dirigenti della Dc-Psi sono soddisfatti: l'adesione di due personaggi così è già un buon punto di partenza, tanto più in occasione della presentazione della loro ricetta per rilanciare l'economia e garantire prosperità al paese. La prima, indispensabile, iniziativa sarà per Cirino Pomicino (ex ministro economico degli anni d'oro della Dc e ora tra gli esponenti di punta del partito di Rotondi) «rilanciare la competitività delle imprese riducendo il cuneo fiscale e quindi il costo del lavoro». Ma non nel modo irragionevole e senza copertura proposto da Prodi, ma «riducendo di 3-4 punti, limitatamente ai settori esposti alla concorrenza internazionale». Del resto bisogna essere ottimisti, «il paese non è in una situazione senza speranza» dice convinto Gianfranco Polillo, capo del dipartimento economico della Presidenza del Consiglio, che ha aderito al partito di De Michelis, per lui «la ripresa c'è». Per questo bisogna cogliere il momento, modernizzare l'industria italiana e investire sulle tecnologie. Il tutto senza mitizzare il mercato e le privatizzazioni. Pomicino ci tiene a ricordare che «Ci sono ancora gruppi industriali pubblici che danno lustro e profitti all'Italia, per esempio Finmeccanica». Alla fine De Michelis è soddisfatto: «Il nostro impegno è riportare i temi reali in questa campagna elettorale tutta virtuale». Questo l'impegno, chissà come andrà. Chissà se l'elettorato capirà l'operazione di mettere insieme queste due realtà diverse. Certo ognuno ha la sua forza localizzata, insieme sperano di compensare le loro debolezze. In Lombardia, Calabria e Puglia è forte il Nuovo Psi. In Campania, Abruzzo e Sardegna la Dc è ben radicata. Se il 2% dovesse essere raggiunto otterrebbero 7 deputati e 7 senatori (in caso di vittoria della Cdl, altrimenti sarebbe un posto in meno a Camera e Senato). Se dovesse andare proprio male in due sarebbero comunque eletti in Forza Italia: Chiara Moroni per i socialisti, Gianfranco Rotondi per la Dc. Tutti gli altri nuotano senza salvagente.