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Allarme Ds, Rutelli si è allargato troppo

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Mentre Fassino è impegnato a bloccare le fughe, la Margherita cerca volti nuovi da candidare

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No, non è il titolo di un remake di successo, ma quello che sta accadendo da alcune settimane dalle parti di Largo del Nazareno. Colpito dal una sorta di «bulimia elettorale», infatti, Francesco Rutelli sta fagocitando tutto e tutti riempendo le liste elettorali del suo partito di volti nuovi. Insomma, dopo la stagione del berlusconismo, ecco arrivare il rutellismo. Sono in molti, infatti, a non resistere al fascino dell'ex sindaco di Roma che sta lentamente trasformando la Margherita nel vero «partito omnibus» del centrosinistra. Una notizia che non fa certo piacere a Piero Fassino che, al contrario, è alle prese con la lenta emigrazione dei suoi. Per usare uno slogan si potrebbe dire che, a sinistra, «Rutelli tira più di Fassino». Dopotutto sono in molti, anche nelle fila del Botteghino, a definire la Quercia un partito «vecchio» incapace di andare oltre la semplice gestione del potere. E non è un caso che Buglio, Turci e De Giovanni, salutando via Nazionale diretti verso la Rosa nel Pugno abbiano messo il dito in questa piaga. Dai referendari cattolici all'associazionismo laico, dal sindacalismo «bianco» all'ambientalismo storico, sono «tutti pazzi per Francesco». Ieri l'ultimo annuncio: la Margherita candiderà, nella circoscrizione Senato del Piemonte, il presidente delle Acli Luigi Bobba e il direttore generale di Legambiente. Il primo, dopo Paola Binetti (ex presidentessa del comitato Scienza & Vita), va a rimpinguare la flotta degli astensionisti che sono rimasti «affascinati» dalla posizione di Rutelli durante l'ultimo referendum sulla fecondazione assistita. Mentre il secondo completa un processo iniziato da tempo: l'opa lanciata dai Dl su uno dei pezzi storici dell'ambientalismo made in Italy. Ferrante, infatti, va a fare compagnia a Ermete Realacci oggi deputato della Margherita e presidente onorario di Legambiente facendo intendere che l'ambientalismo (escluso quello estremista dei Verdi e di alcune frange no global) è «tutta roba dei Dl». Proprio Realacci, tra l'altro, sarebbe il vero perno della strategia rutelliana. In questi anni, infatti, il deputato ha tessuto una trama di rapporti che copre una fetta molto vasta della società italiana e oggi Rutelli raccoglie i frutti di quanto seminato. Così nonostante Savino Pezzotta abbia rifiutato un posto sicuro questo non ha certo incrinato l'asse privilegiato tra la Cisl e Margherita. Mentre resta ancora in piedi la candidatura di Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore e volto storico dell'associazionismo italiano. Intanto, qua e là, spuntano i nomi di giornalisti (Antonio Polito), islamisti (Khaled Fouad Allam), blogger (Mario Adinolfi) e industriali (Maria Paola Merloni). E la Quercia resta lì, immobile, con un pugno di mosche in mano. L'Arci, sigla storica dell'associazionismo di sinistra, si sta lentamente spostando verso Rifondazione. Mentre anche un quinto de L'Unità si «schiera» con la Rnp Maurizio Mian responsabile della Gunther Foundation (la Gunther Reform Holding detiene attraverso il 20% della società che edita il quotidiano) ha infatti annunciato la propria candidatura con Pannella. E Fassino continua a ristringersi.

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