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A Santoro non piace l'ufficio in Rai

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Nove reportage di 50 minuti ciascuno da mandare in onda su Rai Due a partire da maggio 2006. E la definizione di un impiego stabile entro il 31 maggio nel palinsesto autunnale della seconda rete. Erano queste le tre promesse che il cda Rai aveva fatto a Michele Santoro sotto Natale. La prima non l'ha mantenuta la commissione di Vigilanza, adottando un emendamento ad personam nel regolamento per la par condicio. Per le altre due — a sentire Santoro — siamo ancora in alto mare. Ieri, infatti, si è scoperto che l'anchorman Rai è nel «congelatore». L'ufficio che la Rai gli ha dato non gli piace. «Poco male — ha scritto in una lettera ai vertici della Rai — se non fosse che, nel frattempo, nemmeno una delle cose concordate con il direttore generale sia stata realizzata. Sandro Ruotolo risulta ancora in forze al Tg3 e non è stato ancora assegnato alla mia stessa rete. I giornalisti e collaboratori da me indicati, se interni, non sono stati assegnati; se esterni, non sono stati contrattualizzati. Soprattutto non sono state definite le date delle trasmissioni, il loro numero, i budget, le caratteristiche che dovranno avere».«Aspetterò ancora una settimana — minaccia infine — In caso contrario dovrò constatare che sono stato messo alla berlina un altra volta e trarne le dovute conseguenze». Si ritorna in tribunale?

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