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«L'ho ringraziato per la difesa dei nostri connazionali»

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«Prodi — spiegava la nota — ha ringraziato il governo libico per quanto è stato fatto a tutela della sicurezza del Consolato italiano e dell'incolumità dei connazionali presenti. Il leader dell'Unione ha comunque espresso il suo cordoglio per il terribile prezzo in termini di vite umane che l'azione di difesa del Consolato ha comportato». «Il colonnello Gheddafi e Romano Prodi — conclude il comunicato — hanno convenuto che l'unica via percorribile ad evitare il ripetersi di fatti così drammatici è quella del dialogo, del confronto e della reciproca comprensione». Ieri mattina Prodi aveva insistito perché il ministro Roberto Calderoli lasciasse il governo: «Credo che sia giusto che si dimetta immediatamente. Non bisognava aspettare la tragedia per chiedere le dimissioni. Il fatto che un ministro della Repubblica offenda in modo personale gli islamici era già un fatto grave. La richiesta delle sue dimissioni è il minimo che si poteva fare». «Purtroppo — ha sottolineato il leader dell'Unione — mi sembra che questi fatti siano stati causati dalle magliette sfoggiate dal ministro Calderoli». Venerdì sera, subito dopo gli incidenti a Bengasi, Prodi era intervenuto sulla vicenda: «Sono profondamente addolorato e colpito da quanto è avvenuto questa sera e porgo le mie più profonde condoglianze al popolo libico e ai familiari delle vittime — aveva detto — In questi anni di governo della Cdl non è certo la prima volta che da parte di alcuni esponenti di una forza di governo, che è la Lega, si manifestano espressioni così estremiste. Non si doveva attendere che fossimo costretti a contare i morti per prenderne atto».

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