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L'ala estrema torna in piazza

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Ma, se il mondo politico si è coalizzato nel denunciare le dichiarazioni del leader troztkista, Ignazio La Russa non si accontenta e coglie l'occasione per incalzare ancora il centrosinistra, accusandolo di «condividere largamente» le posizioni dell'esponente di Rifondazione su Nassyria. Il capogruppo di An ha tirato in ballo una proposta di legge a firma di esponenti di tutti i partiti dell'Unione in cui si legge che i militari italiani sarebbero stati responsabili nel corso della prima battaglia dei ponti del 6 aprile 2004 «con la loro azione di un eccidio di civili», sparando «indiscriminatamente sulla folla». Un'analisi che ha portato i parlamentari dell'Unione a chiedere una commissione di inchiesta e che, secondo La Russa, esprime un humus «non molto diverso dal contesto in cui Ferrando si muove». Per Elettra Deiana (Prc e prima firmataria della pdl) a «strumentalizzare» è invece lo stesso La Russa nel tentativo di «far dimenticare i veri responsabili degli orrori della guerra in Iraq». La condanna di ogni forma di violenza serra le fila di Rifondazione che annuncia ufficialmente che domani non scenderà in piazza perché, come spiega Ramon Mantovani interpretando il pensiero della maggioranza del Prc: «Sono convinto che non aiuti per niente la causa palestinese. Chi l'ha organizzata lo ha fatto in modo strumentale, senza nessun intereresse reale verso la risoluzione della questione palestinese». Evita di fare distinguo, invece, Iacopo Venier tra i primi ad aderire alla manifestazione. «Il Pdci sarà in piazza prima di tutto perché, di fronte al crescere dell'influenza politica delle formazioni islamiche - afferma il responsabile esteri del partito - è necessario mandare un chiaro segnale di solidarietà alla parte laica e progressista del popolo palestinese».

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