«Competitività, l'Europa può vincere la sfida»

A Madrid per partecipare al secondo simposio delle fondazioni Cotec di Italia-Spagna-Portogallo, che cooperano sui programmi di innovazione tecnologica, Ciampi ha ripetuto la diagnosi che fece dieci anni fa, quando presiedeva uno speciale comitato della commissione europea incaricato di indagare sulle cause del gap di concorrenzialità delle merci italiane rispetto a quelle degli Stati Uniti e del Giappone. da allora non molto è cambiato. «Italia, Spagna e Portogallo sono il fanalino di coda, con percentuali intorno all'1%». Fatta questa amara constatazione, il «padre dell'euro» passa all'ottimismo della volontà. «La sfida — ha detto — può essere ancora vinta, ma bisogna operare senza ulteriori indugi». Come? mettendo a profitto l'enorme potenziale di cui l'Europa dispone. Innanzitutto, i grandi passi sul terreno dell'integrazione. «Attraverso il mercato interno e l'unificazione monetaria — ha ricordato Ciampi — abbiamo gettato le basi del nostro successo economico. Poi l'Euro ha dato stabilità all'Europa. Ora dobbiamo mettere pienamente a profitto questa grande risorsa per promuovere e sostenere una crescita robusta, attraverso un più stretto coordinamento delle politiche economiche e delle politiche della ricerca dei paesi europei». E occorre farlo, per l'appunto, ricordando qual è il punto debole: la competitività. Questo si riflette in una debolezza, in una crescita lenta del complesso dei Paesi dell'Europa a 15. Eppure all'Europa non mancano i mezzi. «Non è sprovvista né di intelletti né di capitali né di tecnologie né di spirito imprenditoriale». C'è l'esperienza positiva, di successo di grandi programmi comuni quali il Cern, l'Agenzia spaziale europea, l'Iter, il Galileo, l'Erasmus. Dunque, dobbiamo «recuperare fiducia nelle nostre capacità. Per evitare il pericolo di un declino economico dell'Europa, occorrono politiche industriali e strategie di crescita a livello europeo, oltre che a livello nazionale e transnazionale. Abbiamo inestimabili risorse per fare dell'Europa un polo di attrazione per i migliori talenti».