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È rimonta, alla Cdl un punto al mese

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In attesa di rendere pubblici i dati dei «sondaggi americani» che danno la Cdl in vantaggio («anche se di poco» ha spiegato ieri il premier) Silvio Berlusconi si gode i sondaggi del «nemico» che lo danno in crescente recupero. Secondo le rilevazioni settimanali che l'istituto Ipr Marketing realizza per il sito internet di Repubblica (campione di 1.000 cittadini italiani intervistati telefonicamente con l'ausilio del sistema C.a.t.i.), infatti, la Casa delle Libertà raccoglierebbe oggi il 47,5% dei consensi contro il 52% dell'Unione. E pensare che solo due mesi fa (rilevazione del 4 dicembre) la coalizione di governo era ferma ad un deludente 44,7% (con l'Unione al 52,7%). Insomma sono bastati appena 60 giorni per ridurre il distacco da 8 a 4,5 punti percentuale. Se si considera che ne mancano quasi 60 alla consultazione elettorale del 9 aprile ecco che le dichiarazioni di Silvio Berlusconi appaiono tutt'altro che prive di fondamento. Se sorpasso ancora non c'è stato il trend sembra comunque confermare un arrivo in volata. Un vero fulmine a ciel sereno per l'Unione che, negli ultimi mesi, non ha certo fatto mistero di considerare la vittoria quasi scontata. Ma cosa è successo? Cosa c'è alla base di questa costante crescita della Cdl? Se si guardano i dati relativi ai partiti il «merito» è tutto di Forza Italia che è passata dal 17,5% di dicembre ad un più consistente 21,2%. Esattamente i tre punti percentuale recuperati dalla Cdl (stabili gli altri partiti della coalizione). Gli elettori (quelli di Forza Italia) premiano la strategia d'attacco di Berlusconi che, almeno per il momento, sembra aver centrato il suo principale obiettivo: riportare alle urne quanti lo avevano votato nel 2001 e, in questi cinque anni di legislatura, si erano disaffezionati. Dopotutto l'idea del premier è molto semplice: la Cdl vince solo se Forza Italia recupera il suo ruolo di partito forte della coalizione. Che in termini numerici significa portare gli azzurri attorno al 24%. Un obiettivo che, oggi, non sembra più un'utopia. Anzi, sempre stando ai «sondaggi americani» del premier, quota 24 è già stata raggiunta. Berlusconi lo ha comunicato ieri durante il brindisi di fine legislatura del gruppo di Forza Italia alla Camera. Il presidente del Consiglio ha voluto rassicurare i suoi parlamentari: i sondaggi, ha spiegato, indicano un chiaro trend di costante crescita della coalizione e soprattutto di Forza Italia che sta «trainando» l'intera Cdl. Poi ha ribadito che al Senato il sorpasso sarebbe già avvenuto, mentre alla Camera la Cdl sarebbe a ridosso dell'Unione. Ma, per una coalizione che gongola, ce ne è una che vive momenti di terrore. Certo, le dichiarazioni ufficiali sono assolutamente rassicuranti. Tutti i leader dell'Unione cercano di attirare l'attenzione su quel 52% (per i più pessimisti 51%) che significherebbe vittoria. Ma il recupero lampo della Cdl preoccupa soprattutto perchè viene letto dall'opposizione come il frutto delle tempeste che, in questi due mesi, si sono abbattute sulla coalizione. E quello che sta accadendo in questi giorni non sembra aiutare. Sugli scudi, ovviamente, il caso Ferrando che potrebbe costare al partito di Fausto Bertinotti (accreditato di un'ottima performance elettorale) un punto percentuale. Molto dipende dal consenso che il dissedente trotzkista riuscirà a radunare attorno a sé. Ma anche la vicenda Tav potrebbe tradursi in una perdita di consensi. Anche se, per il momento, la lista unitaria dell'Ulivo, non sembra aver risentito dello scossone (anzi rispetto all'ultima rilevazione è cresciuta di +0,4%) Comunque a tenere alto il morale dei dirigenti dell'Unione ci pensa l'istituto di rilevazione Swg (quello più «vicino» al centrosinistra) l'unico che non conferma il trend di crescita della Cdl. Secondo l'istituto, infatti, la maggioranza sarebbe passata dal 47,9% di inizio gennaio a un più modesto 46,6%. Per contro l'Unione sarebbe cresciuta di 1,5 punti percentuale (da 49,7 a 51,2). Risultato: il distacco tra i due Poli, secondo Swg, sarebbe di 4,6

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