Alternativa sociale, Tilgher fuori gioco
Chiusi in una stanza nel centro di Roma Alessandra Mussolini, Roberto Fiore e Adriano Tilgher si sono incontrati per cercare un'intesa sul futuro di Alternativa sociale. Il cartello elettorale (frutto dell'intesa tra Azione sociale della Mussolini, Forza Nuova di Fiore e Fronte nazionale di Tilgher) rischia di sfaldarsi. Per Berlusconi, e non solo lui, non vuole la candidatura di Fiore e Tilgher, entrambi nell'occhio del ciclone per il loro passato nell'estrema destra. La Mussolini ha offerto ai due una proposta di accordo: i due co-leader resterebbero ma visto che la Mussolini si preara a tornare a Montecitorio, si appresterebbe anche a lasciare l'europarlamento. La nipote del duce, dimettendosi, libererebbe un posto a Strasburgo al primo degli eletti nella circoscrizione Italoa Centrale, che è appunto Fiore. Il capo di Forza Nuova infattinelle elezioni del 2004 si piazzò al secondo posto con oltre cinquemila voti, mentre il nmero uno del Fronte si piazzò a quota 3500. Tilgher resterebbe fuori da tutto, ma potrebbe essere ripescato in un altro incarico. «Ma non ci tiriamo indietro per far posto al marito di Alessandra», dice uno dei due. La Mussolini, infatti, a quanto pare, avrebbe fatto balenare l'ipotesi di candidare Mauro Fiorani. L'indiscrezione non a caso ha cominciato a circolare ieri nel pieno delle polemiche. Polemiche che continuano, con un nuovo stop agli impresentabili. Silvio Berlusconi è costretto a intervenire per ben due volte - prima con una nota ufficiale e poi con un'intervista a Radio Capital - per spiegare che chiederà ad Alessandra Mussolini di «non avere in lista persone così discutibili che possano far sorgere casi come questo». Una richiesta analoga arriva anche da Fini. Premette Berlusconi: «Noi abbiamo trattato con la signora Alessandra, che è una sicura democratica». Poi l'affondo: «Io facevo l'imprenditore ed ero lontano anni luce non solo dalle manifestazioni di piazza e da certe forme di estremismo politico, ma addirittura dalla politica attiva». Quindi la precisazione: «È solo una montatura della sinistra, io ero nella più completa ignoranza che ci fosse questa possibilità». Berlusconi non fa nomi ma chiude la porta proprio a Tilgher e Fiore. Quanto a Saya (ex Dssa), il terzo discusso, Berlusconi spiega di non aver mai sentito il nome del fondatore del Nuovo Msi. E dice di non ricordare di aver dato udienza alla moglie di Saya, come risulta anche da un foto opportunity pubblicata sui giornali. «Da me sono venuti esponenti di destra, è venuta una signora una volta - racconta Berlusconi - credo di aver fatto delle fotografie con lei. Una signora gentilissima che ha detto di essere in accordo totale con il nostro programma. Io, come a tutti coloro che mi dicono bene, vai avanti così ho detto: "Grazie del supporto"». Il dibattito nel centrodestra è comunque aperto. Si va dall'intransigenza del ministro di An Francesco Storace che chiede al presidente Fini di «alzare le barricate» e non accettare «spregiudicate alleanze» con Tilgher e compagnia, alle sfumature di Alemanno, suo collega di partito, secondo il quale «il compito di fare epurazioni non può appartenere ad altri partiti, ma spetta ad Alessandra Mussolini». Il premier ha replicato più tardi: «Sono certo che Alessandra Mussolini, come mi ha assicurato, metterà in lista solo candidati della cui democraticità sarà lei stessa garante». E Fini si spinge oltre. La questione - osserva il leader di An - non è depurare una lista da singoli personaggi più o meno imbarazzanti, ma stringere intese solo con movimenti che aderiscono «ai valori fondamentali della libertà, della democrazia, del rispetto della dignità di ogni essere umano, della solidarietà occidentale e transatlantica». «Non riaffermare concetti inequivocabili di rifiuto di totalitarismo, razzismo, antisemitismo - puntualizza il presidente di An - rappresenterebbe una ambiguità che nessuna spregiudicata tattica elettoralistica potrebbe giustificare. I termini etici prima che politici». Nel frattempo i vertici del movimento di Ale