Berlusconi mette d'accordo Fini e Casini
Berlusconi ha accolto a Palazzo Chigi Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa con queste parole. Un po' come dire che nessuno si metta in testa di creare problemi dell'ultima ora. «Si procede nel segno della continuità, niente sorprese». E il pensiero va soprattutto all'Udc che continua a essere irrequieta con Follini, designato, guarda caso, come rappresentante del partito al tavolo tecnico che dovrà stendere il programma. Quello stesso Follini che non fa che ripetere il teorema di un Berlusconi che appartiene al passato. Eppure Berlusconi non è sembrato preoccupato dalla presenza dell'ex segretario dell'Udc. «Ma quale ostilità, nemeno per sogno, si raccontano cose non vere» ha deto il premier rientrando a Palazzo Grazioli dopo l'incontro. Berlusconi sa che non ha nulla da temere. A guardia del programma ha messo il fido Giulio Tremonti che di qui al 24 febbraio gli consegnerà un piano blindato, chiavi in mano. Il vicepremier ha già dimostrato con la Finanziaria di essere un mediatore e in grado di tenere a bada le richieste degli alleati, e il premier confida proprio in un altro risultato di questo tipo. Al tavolo tecnico parteciperà anche Silvano Moffa per An mentre la Lega si riserva in un secondo momento di indicare il suo rappresentante. Il premier rinuncia a presentare un secondo contratto con gli italiani e al suo posto ci saranno dieci punti con altrettante priorità. Tra questi l'innalzamento delle pensioni minime a 800 euro, l'aumento del numero dei poliziotti di quartiere a 10.000, la Tremonti ter per le imprese, il piano per la casa, i libri scolastici gratuiti e l'abbattimento delle liste d'attesa nella sanità. L'Udc ha messo sul tavolo la richiesta di aiuti alle famiglie e iniziative per lo sviluppo del Mezzogiorno. Uscendo dal vertice il segretario dell'Udc Cesa ha spiegato che nella stesura del programma saranno coinvolte anche le formazioni minori della coalizione. E ieri è scoppiato un giallo sull'accordo con Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Secondo Adriano Tilgher si è arrivati a un'intesa che dovrebbe essere ufficializzata venerdì prossimo, ma in serata il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ha precisato che «non c'è nessun accordo con Tilgher ma per venerdì è prevista soltanto una conferenza stampa di Berlusconi esclusivamente con Alessandra Mussolini». Su Tilgher (del Fronte Nazionale Sociale) ha polemizzato anche Cesa. «L'accordo con i gruppi più radicali della destra non può prevedere la candidatura al Parlamento di personaggi impresentabili al pari di Ferrando e Caruso nell'Unione. Su questo nel centrodestra siamo d'accordo tutti». Immediata la replica della Mussolini: «Una mossa pretestuosa, forse una tattica dell'Udc alla ricerca di visibilità. Spetta a Berlusconi chiarire con gli alleati la questione». L'intesa infatti prevederebbe tre o quattro seggi per il partito della Mussolini. Polemiche anche dal segretario Dc Rotondi che si è risentito per non essere stato invitato al vertice di Palazzo Chigi. «La Dc prende atto che Berlusconi, Fini e Casini fanno vertici senza di noi, allestendo tavoli di programma senza di noi - ha detto Rotondi - domani (oggi, ndr) sera vedrò Berlusconi per domandargli se egli abbia deciso che il nostro rapporto è diventato di desistenza. L'importante è chiarire le cose, in fondo può starci anche bene». Al vertice Berlusconi ha lanciato messaggi di ottimismo dicendo che ha alcuni sondaggi dai quali emergono risultati incoraggianti per il centrodestra. «Siamo in vantaggio al Senato e quasi pari alla Camera» ha detto il premier agli alleati insistendo sul fatto che la Cdl può anche contare sulle divisioni interne al centrosinistra. «Sono divisi su tutto: Iraq, famiglia e politica economica. All'interno dell'Unione ci sono presenze incompatibili». Quanto al nodo della leadership Berlusconi non lo prende nemmeno in considerazione giacchè dà per scontato che sia lui. Cesa lapidario ha ricordato che «siccome il presidnete del Consiglio sarà indica