Programma, Casini torna a fare il «rompi»
Ieri Forza Italia ha attaccato la scelta dell'Udc di indicare Marco Follini come proprio rappresentante al Tavolo, che tra l'altro non risulta ancora essere stato convocato. Ma il punto di scontro non è soprattutto la persona dell'ex segretario, quanto la volontà dell'Udc, come ha detto Casini, di non voler fare «sconti a nessuno sul programma». Un clima troppo teso per non cercare soluzioni rapide. Anche per questo, nel corso di un rapido giro di telefonate, Silvio Berlusconi ha invitato oggi a Palazzo Chigi Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini per un vertice a tre che dovrebbe servire a stabilire la rotta e smussare gli angoli. Il nodo infatti c'è. La nuova legge elettorale impone che ciascuna coalizione depositi sia il nome del candidato premier che il programma entro una determinata data prima delle elezioni, giorno che scade il 24 febbraio. Nelle scorse settimane, Silvio Berlusconi ha chiesto al ministro dell'Economia Giulio Tremonti di redigere un programma da sottoporre poi agli alleati. L'idea del premier era quella di dare al livello del confronto nella coalizione un profilo basso, un po' per evitare possibili scontri un po' per non togliere eccessivo spazio al suo ruolo. Ma un primo elemento problematico è arrivato dall'interno della stessa Forza Italia, con la richiesta di Renato Brunetta a Berlusconi di allargare il confronto dentro il partito: è vero che il programma di governo, avrebbe detto l'eurodeputato azzurro a Berlusconi, è per certi versi già scritto, perché è la prosecuzione dell'azione di cinque anni di governo, però non lo può scrivere Tremonti da solo. Di qui la decisione di Berlusconi di affidare a Brunetta il compito di coordinare il contributo di Forza Italia. Ma tra l'eurodeputato e il ministro notoriamente le idee non sempre sono convergenti. Pier Ferdinando Casini ha voluto poi rintuzzare le intenzioni di Berlusconi di proporre agli elettori una nuova versione del contratto con gli italiani: il leader dell'Udc ha preannunciato che sarà Follini a guidare la delegazione centrista al Tavolo del programma. «Vogliamo rassicurare gli elettori — ha detto — che non intendiamo fare sconti sulla messa a punto del programma. Siamo un partito serio e vogliamo dare peso al programma». E Follini ha immediatamente invitato a mettere da parte il termine «contratto», preferendo appunto quello di programma: «Mi auguro — ha aggiunto — che nella messa a punto del programma della Cdl ci sia una confusione minore di quella che ho visto nel centrosinistra». Immediata da Forza Italia è arrivata una dichiarazione di Giampiero Cantoni, vicepresidente dei senatori azzurri, e particolarmente vicino al premier: «L'unica persona che può fare confusione — ha affermato — è lui, Follini, perché forse non ha ben chiaro il fatto che sta nella Casa delle Libertà». L'intenzione dell'Udc appare quindi quella di «inchiodare» Forza Italia e Berlusconi a un confronto serio e di evitare fughe in solitaria tipo contratto con gli italiani oppure semplici slogan. E della necessità di un confronto «serio» si dice convinto anche il ministro Gianni Alemanno, che conferma l'assenza di una convocazione del Tavolo del programma. Il ministro di An ha parlato con Fini, chiedendo che la riunione si tenga al più presto e indichi un programma «con pochi punti, ma dirimenti rispetto al centrosinistra».