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Prodi: contrordine compagni, la Tav si farà

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Il Professore a Madrid: «È nel programma, quella che è scoppiata è una polemica fuori posto»

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E lo ha fatto in modo secco, senza mezzi termini: «La Tav si fa, punto e basta». Quella che è scoppiata, sostiene il Professore, è «una polemica fuori posto» visto che nel programma sta scritto che «le grandi infrastrutture vengono portate avanti e tra queste c'è il corridoio 5 e quindi la Torino-Lione». E contrattacca stizzito: «Nessuno chiede il programma alla Cdl. A me fa piacere, vuol dire che non se lo aspettano...». La puntualizzazione ha soddisfatto la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, che insieme al sindaco di Torino Sergio Chiamparino (provocando qualche mal di pancia nella Quercia per la tempistica dell'uscita) aveva contribuito domenica a scoperchiare il vaso di Pandora della Tav. «Dopo i chiarimenti di Prodi e Fassino — ha osservato Bresso — credo si possa considerare la questione chiusa. Ora bisogna evitare che diventi un dibattito nel centrosinistra». Le parole del leader dell'Unione non sono riuscite però a stoppare le polemiche, arrivate violene soprattutto dall'ala sinistra della coalizione. Dal Prc, per esempio, che dopo aver tenuto un atteggiamento dialogante al tavolo del programma, sul «nodo» Tav ha deciso di fare la voce grossa. Per Rifondazione è Paolo Ferrero, responsabile economico del partito, a tenere il punto: «Sono stupito dalle dichiarazioni di Prodi che non tengono in considerazione quanto liberamente sottoscritto da tutta l'Unione nel suo programma». «A chi dice che la Tav si fa, punto e basta — attacca — non posso che consigliare di leggersi con attenzione il programma e rispondere: "sarà dura"». Nel resto della sinistra radicale, se il Pdci prova a invitare a «evitare le divisioni», i Verdi scelgono di non alzare ulteriormente il livello della tensione e si accontentano del fatto che Prodi neghi che ci saranno integrazioni del programma su quel punto. «Si farà la linea Torino-Lione — argomenta Pecoraro — ma non il mega-tunnel perché non è previsto nel programma». Come per i Pacs, l'Unione sembra essersi di nuovo incartata, anche se gli altri partiti dell'Ulivo ieri si sono affrettati a fare quadrato intorno al Professore e a spiegare come la Tav, sebbene non citata direttamente, sia di fatto implicita nel programma. «Le chiacchiere — scrive in una nota la Margherita — stanno a zero. Il programma dell'Unione conferma tra le priorità per una politica dei trasporti sostenibile l'integrazione con le grandi reti europee, in coerenza con il Piano generale dei trasporti e con il coinvolgimento attivo degli enti territoriali». Quindi la Tav ci rientra. Ed è lo stesso ragionamento che fanno i Ds. «La Tav — sottolinea il presidente Massimo D'Alema — è nel programma del centrosinistra». «Se vinceremo le elezioni — taglia corto Giuliano Amato — dovrà prevalere la responsabilità di governo e la capacità della leadership di biodegradare i dissensi che non sono così drammatici come vengono raffigurati».

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