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NON c'è solo la Tav ad agitare il centrosinistra.

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Le parole del leader dell'Italia dei Valori sono state particolarmente dure: «Non posso tacere che sono a disagio di fronte a candidature come quelle di Ciriaco De Mita presentato dal centrosinistra come capolista in Campania. L'Unione e il Paese hanno bisogno di un rinnovamento della politica, non della riesumazione di persone responsabili del fallimento della Prima Repubblica». «Severino Citaristi, ex tesoriere della Dc, fu il recordman degli avvisi di garanzia ai tempi di Mani Pulite — ha ricordato l'ex pm — e i suoi segretari di riferimento erano Arnaldo Forlani e, appunto, Ciriaco De Mita. La logica ed il pudore consiglierebbero al centrosinistra di non candidare De Mita, soprattutto come capolista, in grado di decidere anche i candidati all'interno della sua circoscrizione. Lo ripeto: il politico deve essere al servizio del cittadino, sviluppare i programmi e dopo due legislature lasciare il Parlamento. I vecchi arnesi, i politici di professione, fanno ormai parte del secolo scorso e lì vanno lasciati». Immediata la reazione della Margherita. «Non si capisce con quale autorità Di Pietro si metta a dare pagelle sui suoi alleati — ha replicato Giuseppe Fioroni, membro dell'esecutivo di Dl — I suoi giudizi su De Mita non sono solo sballati ed inopportuni, ma costituiscono un grave danno alla unità della coalizione che tutti, anche Di Pietro, dovrebbe avere a cuore». Dura anche la nota ufficiale della Margherita: «Antonio Di Pietro deve rettificare le imprudenti dichiarazioni rilasciate a proposito di Ciriaco De Mita, la cui autorevolezza e onorabilità sono patrimonio di tutta l'Unione e scaturiscono dalla sua pluriennale esperienza di uomo politico e di Stato che ha servito e serve il Paese».

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