Ma Forza Italia stavolta non applaude
Ma molti esponenti di Forza Italia hanno poco o niente gradito l'ultima uscita del premier alla cena elettorale di Ancona. Dopo «l'uscita» su Napoleone dei giorni scorsi ora quella «religiosa». Giudicata poco opportuna in un momento come questo, soprattutto destinata a suscitare un senso di fastidio nel grosso dell'elettorato cattolico. Nessun commento ufficiale ieri infatti è arrivato da esponenti di Forza Italia. Tutti trincerati dietro un «non comment», che però, dietro la garanzia di non essere citati, si trasforma in un senso di disagio. «Berlusconi è in un momento di iperattività — commenta un dirigente del partito — e allora gli capita di andare sopra le righe. Quella battuta su Napoleone e ieri quella su Gesù Cristo però possono essere pericolose. Stiamo recuperando voti, consensi, queste uscite possono inimicarci parte del mondo cattolico. Bisognerebbe invece sfruttare di più le divisioni nell'opposizione, le polemiche tra di loro. Ma d'altra parte lo capisco, quando uno fa uno sforzo come quello che sta facendo lui in questa campagna elettorale può capitare di dire qualcosa che magari non era stata preparata o non era voluta. Comunque non credo che alla fine di questi "incidenti" resterà molto, in questo momento siamo alla pari con il centrosinistra, possiamo veramente farcela». Unico a prendere ufficialmente la parola ieri per difendere il premier è stato il deputato di An Ignazio La Russa. «Si tratta di un'iperbole da inserire nel contesto giusto e da prendere per quella che è...Lui ha detto Gesù ma anch'io spesso dico: "mamma mia, che povero Cristo che sono diventato"». I cattolici dell'Unione invece si sono scagliati contro le la dichiarazione del Presidente del consiglio. «Peccato che Berlusconi non abbia saputo resistere anche alla tentazione della par condicio blasfema», ha attaccato il responsabile enti locali della Margherita Beppe Fioroni. «Dopo le vignette irriverenti dei danesi su Maometto — ha continuato l'esponente Dl — non sentivamo la necessità di nominare invano il nome di nostro Signore, che merita di rimanere fuori dall'agone politico e dall'egolatria da paragone di Berlusconi». «Forse almeno questa volta — ha concluso Fioroni — l'autodefinitosi credente Berlusconi dovrebbe chiedere scusa e fare pubblica ammenda rispettando non solo i comandamenti, ma anche il detto popolare "scherza coi fanti ma lascia stare i santi"». Usa la stessa frase per commentare le dichiarazioni di Berlusconi anche il leader dell'Udc Clemente Mastella: «Bisogna scherzare con i fanti ma lasciare stare i santi. Il suo paragone è inverosimile. Veramente il cavaliere sta dando il peggio di sè». Secco invece il commento di Piero Fassino, ieri impegnato in una manifestazione a Siena. «Vediamo quando si ferma» ha risposto a una domanda dei giornalisti, riferendosi ai paragoni del premier con Napoleone, Churchill e poi Gesù Cristo. Poi ha aggiunto: «Berlusconi può paragonarsi a chi ritiene, è libero di farlo. Quello che conta è il giudizio degli italiani». Infine il diessino Giuseppe Giulietti che ha scelto l'arma dell'ironia: «Silvio Berlusconi, con il consueto senso del limite, si è ora paragonato direttamente a Gesù Cristo. Secondo informazioni riservatissime in nostro possesso e fornitici da una fonte della quale non possiamo rivelare l'identità è assolutamente certo che il babbo di Gesù Cristo non abbia colto l'evidente autoironia del quasi ex presidente del Consiglio». «A quanto pare — ha concluso — il babbo di Gesù, ed anche gli altri famigliari, l'avrebbero presa molto male e secondo una nota casa di sondaggi palestinese avrebbe decretato la sua prossima sconfitta elettorale».