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E la Lega sogna il terzo polo ma soltanto a Palazzo Madama

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Ma, a dire il vero, la festa organizzata dal Carroccio al teatro Apollonio di Varese è stata una festa elettorale a tutti gli effetti, con in più la presentazione di un film che ripercorre 15 anni di storia del movimento fondato da Umberto Bossi. In realtà la storia politica di Bossi e della Lega è molto più vecchia dato che risalgono agli anni '80 i primi vagiti della Lega Lombarda e nel '79 Bossi e Maroni fecero nascere l'embrione di quello che poi sarebbe stato il movimento, creando la Unolpa (Unione Nord Ovest Lombardia per l'autonomia) che si presentò nelle elezioni comunali nel 1980 a Varese. Nel 1985 Giuseppe Leoni, uno dei padri fondatori della Lega, venne eletto in Comune a Varese dove tenne un discorso in dialetto e nel 1987 lo stesso Leoni fu eletto alla Camera mentre Bossi andò per la prima volta in Senato. Ieri sera Bossi e lo stato maggiore leghista sono in prima fila in teatro ad assistere al film che ripercorre la storia della Lega Nord, nata appunto nel '91 dall'unione dele varie Leghe regionali. E sul volto di Bossi, nella penombra del teatro, si intravede più di un sorriso di compiacimento quando scorrono le immagini dei congressi, delle adunate di Pontida, delle manifestazioni lungo il Po e a Venezia. «La Lega può fare accordi ma solo per ottenere la realizzazione di un progetto...»: sono parole pronunciate da Bossi nel congresso della Lega a Bologna nel febbraio 1994. Sullo schermo scorrono le immagini del leader, con una giacchetta a quadri nocciola, che affabula la sua gente. Le stesse parole di dodici anni fa le ha ripetute, più o meno, oggi il ministro Maroni quando, rispondendo ai giornalisti, ha spiegato che «la Lega può fare accordi con tutti, anche con il diavolo pur di realizzare il suo progetto: il federalismo». Immagini di festa, di bandiere sventolate ma anche di slogan che hanno fatto la storia del Carroccio, come quando Bossi lanciò «l'anno del samurai, l'anno del grande cambiamento» a due mesi dalle elezioni del '94. È un Bossi a volte scarmigliato, con il ciuffo ribelle sulla fronte, a volte con una inappuntabile giacca grigia e fazzoletto verde, quello che appare sullo schermo. C'è il Bossi che assomiglia a una rockstar in perenne movimento sul palco di Pontida e quello commosso che, sul palco galleggiante allestito a Venezia. annuncia con voce rotta dall'emozione la nascita della Padania. E tra il pubblico ci sono molte persone con i capelli ormai grigi che si rivedono più giovani in tanti momenti che hanno fatto la storia del Carroccio. Per molti una overdose di emozioni. E anche Bossi, dalla sua poltroncina in prima fila, non ne è esente. Il nuovo sogno oggi si chiama terzo polo. un polo dlele autonomie, soprattutto al Senato, dove sogna di essere quantomai determinante. Un sogno sul quale lo stesso Roberto Calderoli mantiene il riserbo: «Al Senato da soli come terzo polo? No, non lo so e se lo so non lo dico». Ma promette: «Studierò tutte le strategie e le tattiche per ottenere un risultato più forte: tanto più peso politico avremo, tanto più andrà nell'interesse di due parti del paese che, finalmente, sono passate dallo scontro all'armistizio della Casa delle Libertà e oggi sono arrivate all'alleanza». E Maroni avverte: «Nel 2001 abbiamo fatto una scommessa, quella di entrare nella Cdl per far passare il federalismo. Se il referendum sul federalismo passerà si potrà proseguire nell'esperienza e passare al federalismo fiscale. Se la scommessa invece dovesse essere persa, la Lega non potrà ridursi a scegliere se il suo leader sia Casini o Fini». Così Bossi a fine serata può sentenziare: «Quando arriva il federalismo cambiano anche le idee e la gente capisce che la lotta è servita».

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