Prodi: «Avremo
Doveva essere una manifestazione sobria e così è stato. Quattro maxischermi abbastanza spartani, un leggio e Romano Prodi. Nient'altro per presentare alla «gente» il programma di governo dell'Unione. Per la verità non tantissima gente (in molti sono rimasti fuori) visto che la location scelta, il teatro Eliseo di Roma, mal si prestava ad accogliere il mix micidiale di giornalisti, politici (tantissimi visto che ancora non sono state presentate le liste) e persone comuni. Comunque, a parte questo piccolo neo organizzativo, la manifestazione è filata via come l'olio con il Professore che ha tenuto il suo discorso alla nazione (ha esordito con un presidenziale «Care italiane, cari italiani») e i segretari dei partiti della coalizione che, alla fine, sono saliti sul palco per siglare con una stretta di mano il patto che li legherà per i 5 anni di Governo. Nessun notaio, nessuna firma. Come ha detto l'attrice Sandra Ceccarelli (che ha fatto la sua breve comparsata al termine della relazione del Professore) «Sono onorata di essere in mezzo a gente per cui una stretta di mano vale ancora qualcosa». Eppure, nonostante l'alta concentrazione di «uomini d'onore», è stato lo stesso Prodi a lasciar intendere, anche se solo per un breve momento, che la sfida che l'Unione si appresta a combattere sarà tutt'altro che indolore. Troppo intelligente il Professore per dire, come se niente fosse, che con la coalizione di centrosinistra sarà tutto «rose e fiori». Così, al fianco dei pilastri fondamentali di questo progetto «Per il bene dell'Italia» (questo il titolo delle 281 pagine presentate ieri), accanto alle ovvie accuse alla destra e a Berlusconi che hanno ridotto sul lastrico l'Italia, ecco spuntare la più classica excusatio non petita. «So però - ha detto Prodi in un passaggio della sua relazione -, per realismo ed esperienza, che potranno venire momenti di difficoltà, tanto più forte quanto più incisiva, radicale, sarà la nostra azione di governo». Insomma gli elettori sappiano che noi faremo un sacco di cose per il futuro dell'Italia: rilanceremo l'economia, aiuteremo la famiglia, ritireremo le truppe dall'Iraq, aumenteremo le pensione e chi più ne ha più ne metta. Ma potranno esserci momenti difficili. Il Professore, quindi, mette le mani avanti. In fondo, se dovesse andare male, potrà sempre dire: «Io ve l'avevo detto». Ma nelle parole del Professore qualcuno ha anche letto una certa preoccupazione per il futuro di una coalizione che, al di là delle apparenze, sembra tutt'altro che coesa. Dopotutto non è un caso che, alla fine, quando Prodi ha chiamato sul palco tutti i segretari per consegnare loro il programma, sul tavolo siano rimasti due volumi. Repubblicani e Rosa nel Pugno, infatti, sono rimasti a casa in attesa che il Professore sciolga i nodi politici che li interessano. Non sarà certamente una cosa facile, ma Prodi lo ha già detto: ci saranno momenti difficili.