«La centrale non mette a rischio la salute»
A rassicurare sull'impatto ambientale del carbone «pulito» è il direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, Ivo Allegrini, secondo il quale l'impianto dell'Enel, una volta totalmente riconvertito, impatterà sul territorio «in modo assolutamente sostenibile». La centrale, afferma, «è tanto rispettosa da aver avuto l'autorizzazione del ministero dell'Ambiente, il suo impatto non è rilevante al punto da mettere in pericolo la salute pubblica della zona circostante». Tutte le centrali a carbone moderne, spiega Allegrini, presentano del resto le stesse caratteristiche e sono in grado di «depurare» il combustibile dagli elementi più inquinanti della combustione. «Le centrali a carbone normali non le fa più nessuno - sottolinea Allegrini - Quelle di oggi sono in grado di far seguire alla combustione un'operazione di ripulitura e di abbattimento degli inquinanti» che riduce drasticamente le emissioni. Per questo il fatto «che l'Italia non debba utilizzare il carbone è ridicolo». In pratica, spiega ancora l'esperto dell'ente presieduto da Fabio Pistella, il carbone è un po' come la benzina: «La verde e la rossa sono di fatto la stessa cosa, ciò che rende la verde meno inquinante è la marmitta della macchina adatta a bruciarla». «Tutti i combustibili producono emissioni - continua - ma gli effetti più o meno inquinanti non dipendono solo dalla fonte energetica, ma anche dai diversi passaggi della combustione. L'energia deve arrivare da un mix di combustibili, non possiamo escludere l'uno o l'altro. Dobbiamo differenziare le tipologie con un occhio ovviamente all'efficienza, al risparmio e alle rinnovabili. Se queste però non bastano ci dobbiamo preoccupare di usare altre fonti: c'è il gas, che però costa, ci viene dato col contagocce ed inquina anche lui, e c'è l'olio combustibile, usato nella vecchia centrale di Civitavecchia con molte più emissioni di quelle che sarebbero prodotte dall'impianto riconvertito». Dopo l'operazione di «depurazione» le particelle emesse dalla centrale, secondo i modelli di simulazione, «sono a concentrazione molto bassa, circa 1 microgrammo per metrocubo, il 3-5% della concentrazione di fondo. L'effetto sulla popolazione è poco rilevante, un giorno di alta pressione a Milano - conclude - ha una concentrazione molto più elevata». Proprio nella giornata di ieri anche il minitro dell'ambiente, Altero Matteoli, è intervenuto di nuovo sulla vicenda per confermare le posizioni già assunte: «Avanti tutta con la centrale a carbone di Civitavecchia. Siamo disponibili ad accettare ulteriori controlli ambientali, nuove verifiche, ma a patto che il progetto non si blocchi». «Il livello di emissioni della centrale riconvertita a carbone - ha detto il ministro dell'Ambiente - sarà più basso di quello della centrale precedente e sarà inferiore ai limiti europei. Sono stati previsti, a tutela della cittadinanza, particolari sistemi per abbattere i fumi». Per il segretario della Uil, Luigi Angeletti, la decisione della Regione Lazio di bloccare le opere a mare per la riconversione a carbone della centrale è «una scelta sbagliata, dettata più dagli stati d'animo che da considerazioni scientifiche».