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«Da milanese dico: Roma è la più bella»

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Berlusconi dichiara il suo amore per la città e rileva: «Guido l'Italia come Letta dirigeva Il Tempo»

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Unica al mondo, è la più bella, centro del patrimonio storico dell'uomo. Mi piace vivere e lavorare qui. Naturalmente Milano è la mia casa, rimane e rimarrà nel mio cuore». Un vera e propria dichiarazione d'amore per la Capitale quella rilasciata dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, a Marco Fabriani, direttore del telegiornale della rete televisiva romana T9 che oggi, alle 20, manderà in onda l'intervista al capo dell'Esecutivo. L'occasione è stata utile per tracciare il bilancio dell'opera di governo in questi ultimi cinque anni, senza tralasciare gli aspetti più prettamente romani, senza dimenticare di sottolineare quello che è stato l'appoggio di Palazzo Chigi ad una città tentacolare come Roma, alle sue esigenze di crescita, alle grandi opere necessarie per una corretta vivibilità. Il nostro aiuto. «Non ci siamo tirati indietro. Dallo Stato non sono mai mancati i finanziamenti alle opere da realizzare sul territorio della Capitale - continua Berlusconi - Basta analizzare quello che è stato conferito per la nuova linea C della metropolitana». Traffico impossibile. «Certo il traffico in questa città è impossibile. Servono nuovi parcheggi, servono altre linee di trasporto pubblico, metropolitana in primo piano. Il passo importante compiuto con l'inaugurazione dei nuovi 14 chilometri di Raccordo a tre corsie, la dice lunga sull'impegno del Governo». Ancora lavori. «Fare grandi opere è necessario, anche se a Roma c'è qualche problema in più. La città è unica per il suo patrimonio archeologico, ma questo punto di forza crea spesso problemi nell'avanzamento dei lavori che ne vengono rallentati». Grazie Letta. «Lavoro continuamente per l'Italia e non vado in ferie - sottolinea il presidente del Consiglio - In questo imito Gianni Letta. Con lui ci vediamo tre volte alla settimana, la sera, per fare il programma delle giornate successive». L'Italia come Il Tempo. «Una di quelle volte mi raccontò che da direttore di giornale non si fermava mai, nessuna vacanza, tutto per controllare ogni aspetto della conduzione e della vita della testata. "Altrimenti non vendevo copie", mi disse. Allo stesso modo, non mi fermo mai». Più case per tutti. «Il problema casa e quello delle pensioni rimangono prioritari - prosegue il premier - La crisi degli alloggi è più che evidente. Lo sforzo sarà quello di dare una casa alla gente e soprattutto agli più svantaggiati, ai diversamente abili per esempio. I poveri ci sono sempre stati, oggi in misura minore, ciò non toglie che l'aiuto per la casa sia prioritario. Aumentare le pensioni. «È fondamentale portare un aumento delle pensioni. Poi la formazione, l'istruzione, la scuola, le università. Già sin dall'inizio, a cinque anni, i bambini devono essere portati a conoscere le lingue e il mondo dei computer. Non si può uscire dalla scuola come accadeva trent'anni fa. Oggi, in quelle condizioni, non si combina nulla. Bisogna essere più preparati per affrontare il mondo. Le esigenze del mercato del lavoro sono profondamente cambiate». Cinque anni difficili. «È il momento di ripercorrere alcune tappe critiche della storia degli ultimi cinque anni, o di poco precedenti, momenti che hanno fortemente influenzato il mondo e, naturalmente, le cose di casa nostra. Il viaggio parte dall'avvento dell'Euro e passa per la tragedia delle torri gemelle del World Trade Center a New York, fino ai giorni nostri con l'aggressività economica del "dragone" cinese». L'attacco cinese. «L'economia nazionale è messa in serio pericolo dalla concorrenza di nazioni che hanno costi di produzione estremamente bassi. I prodotti cinesi, per primi, che mettono in crisi il mercato. Tutto ne viene falsato se a monte chi produce non paga tasse e ha manodopera a costo irrisorio. Dobbiamo venire fuori da questa situazione». Ma la giornata televisiva del presidente del Consiglio è proseguita in serata con la partecipazione, già annunciata, ad Otto e mezzo, il programma di Giuliano Ferrara su La 7. Uno sforzo andare in tv. «In questi giorni, mi sono dovuto s

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