L'Udc non ci sta: «Il centro è solo quello di Casini»
Rutelli, Rotondi e compagnia bella parlino pure, ma «il punto di riferimento per chi si colloca nell'area di centro è e rimane Pierferdinando Casini». Dopo l'occupazione mediatica di Berlusconi e il lancio della destra moderna di Gianfranco Fini, adesso tocca al partito del presidente della Camera dire la sua per convincere gli elettori. Ma la terza punta della Cdl, quella che aspira ad ottenere il 6% il prossimo 9 aprile, più che sull'innovazione punta sulla «tradizione senza compromessi». Neanche gli ultimi attacchi del presidente della Margherita Francesco Rutelli, che rimprovera ai centristi della Cdl di essere stati muti nei cinque anni di governo, smuove l'Udc. «Il leader dei DL dice che noi abbiamo trangugiato tutte le cose sbagliate di questa legislatura? Si vede che deve coprire i guai che ha in casa sua», risponde il viceministro alle Infrastrutture e vice segretario vicario dell'Udc Mario Tassone. Per l'avvocato calabrese, in piena linea con le dichiarazioni del segretario Udc Cesa («E' la Margherita che ha il bavaglio») gli attacchi di Rutelli altro non sono che il segno di «una incapacità a mascherare le contraddizioni dell'Unione, anzi il tentativo maldestro di coprirle». E al centrosinistra «razionale, innovatore ed equilibrato» del presidente della Margherita, il viceministro risponde con un centro «riflessivo, moderato e coerente con la sua storia». «Perché anche se la società cambia - spiega - non dobbiamo rincorrere tutte le sue storture». La conferenza programmatica dell'Udc, che oggi si apre a Roma, non promette effetti speciali, ma «riflessione e azione» per affermare che «l'idea diversa per il futuro del paese» (questo lo slogan) sono «i valori di sempre». Ma come risponde l'Udc a chi come la nuova DC di Rotondi ha impostato la sua battaglia elettorale proprio sulla difesa dell'identità centrista? «Crediamo nelle buone intenzioni di Rotondi - spiega Tassone - ma la partita si gioca su come si gestiscono i consensi».