Romano applaude ai pacs di Vendola
E mentre Romano Prodi benedice i «Pacs di Vendola» la Cdl attacca. «Per quello che ho letto siamo sulla stessa direzione» ha detto il leader dell'Unione ospite di Porta a Porta. Il Professore ha poi ribadito che «la linea è quella di Aznar e non quella di Zapatero. Noi non siamo su una linea rivoluzionaria ma su quella di riconoscere i problemi coppie di fatto. Su questo tema abbiamo trovato un accordo generale nel quale non si parla di pacs ma di unioni civili». In effetti neanche la proposta pugliese parla apertamente di Pacs (la dicitura contenuta nel testo è «vincoli solidaristici»), ma sono in molti a pensare che si tratti solo di un escamotage linguistico. Un «escamotage» che sarebbe il frutto di incontri tra assessori della Margherita e i vertici della gerarchia ecclesiastica pugliese. Così mentre i vescovi restano in silenzio a parlare sono più che altro i partiti. Prima tra tutti la Margherita. I consiglieri regionali Dl, guidati dal capogruppo, Enzo Cappellini, si sono schierati per dire a gran voce che sono soddisfatti e che, soprattutto, «la Margherita è stata attenta ai dubbi della Chiesa, alle osservazioni che arrivavano dal mondo esterno». «Prodi ovviamente dichiara il contrario, ma le sue sono parole, mentre quelli di Vendola sono fatti - è stato il commento del ministro leghista Roberto Calderoli -: quando l'elettorato saprà che la sinistra da lui capitanata vuole un mondo alla rovescia, e la distruzione della famiglia tradizionale, la mortadella non solo non vincerà, come sostiene il Professore insaccato, ma verrà fatta a fette...». Meno dura la critica del deputato azzurro Angelo Sanza secondo cui, quella varata della Regione Puglia «È la famiglia secondo Vendola». Secondo Sanza «continua l'opera di "decostruzione" della società da parte di una sinistra che non si arrende alla sconfitta della storia. Si vogliono forzare le garanzie costituzionali della famiglia naturale, contrabbandandola per lotta alla discriminazione». Gli fa eco il coordinatore regionale di Forza Italia Raffaele Fitto (sconfitto proprio da Vendola nella corsa alla poltrona di governatore regionale): «Il grande bluff di questa Giunta regionale è proprio questo, ossia il continuare a far credere che questo disegno di legge rivoluzioni il welfare». «Nessuna rivoluzione - continua Fitto - e nessuna differenza rispetto al passato, piuttosto, solo di una forzatura ideologica che cancella la famiglia». Mentre il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (An) a sostegno della sua critica cita le linee guida del programma di Vladimir Luxuria («Lo Stato riconosca i sentimenti: tra due uomini, tra due donne, tra un uomo e una donna. Rispetto. Informazione. Sesso sicuro») che sarà candidato («o candidata?» si chiede Mantovano) di Rifondazione alle elezioni politiche. «Si tratta - rileva Mantovano - del medesimo partito che, attraverso il presidente Vendola, si è fatto promotore dell'equiparazione alla famiglia legittima di varie forme di convivenza, incluse quelle fra gay, nel disegno di legge sui servizi della Regione Puglia». «È un incostituzionale anticipo sul territorio di quello che la sinistra intende fare nella disgraziata ipotesi di un suo reingresso nel governo nazionale. Tutta la sinistra: inclusi la Margherita di Rutelli e l'Udeur di Mastella, che in Puglia si sono accontentati di aggiustamenti lessicali sulla formulazione finale. Ogni persona di buon senso - conclude - sa riconoscere la realtà che si cela sotto un (non innocente) gioco di parole».