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Promossi Cossiga e Andreotti, che sgobboni!

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Questa in sintesi l'analisi che immediatamente emerge dalla lettura dei dati dell'indagine condotta sull'operato dei senatori in questi cinque anni. Così soltanto Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica, supera l'esame distinguendosi per il suo impegno. Ad assicurare la promozione all'ex ministro degli Interni e Capo del Governo le 162 tra interrogazioni, ordini del giorno, interpellanze e mozioni, i 64 progetti di legge, e i 52 e 130 interventi in Aula ed in Commissione. In tutto 408 atti che lo piazzano nel computo generale dell'attività di tutti i senatori al 116esimo posto. Ma per i suoi colleghi il bottino è magro. Oggi in Senato oltre a Cossiga siedono altri sei senatori a vita: l'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il sette volte capo del governo Giulio Andreotti, Emilio Colombo componente dell'Assemble Costituente del '47, il premio nobel Rita Levi Montanini, l'ex ministro dell'Interno del Governo Prodi, Giorgio Napolitano e l'imprenditore Sergio Pininfarina. Per alcuni di loro si tratta di una nomina recente, come nel caso di Napolitano scelto alla fine dello scorso settembre insieme allo stesso Pininfarina. Invece per Andreotti la data di nomina risale al giugno del 1991 e per la Montalcini allo scorso agosto 2001. Ritornando ai numeri dopo Cossiga troviamo Andreotti con 253 atti. Il delfino di De Gasperi però è primo per interventi in Aula con 100. Dopo di lui il crollo. Scalfaro raccoglie solo 71 mentre Emilio Colombo è quarto a 55 ed il premio nobel Montalcini quinta con 15. Ma su tutto prevale il dato dei progetti di legge presentati. Solo Cossiga si è attivato presentando 64 pdl, mentre gli altri sono rimasti a secco. L'ex premier ha spaziato dalla modifica delle competenze attribuite al Presidente della Camera in materia di pubblici uffici al personale del ministero di via Arenula. Tra i progetti merita citazione quello per la nazionalizzazione della Fiat e la nascita del «Iai - Imprese Automobilistiche Italiane». Questo nuovo organo, a cui verrebbero trasferiti i beni e le imprese espropriate della Fiat, sarebbe sottoposto al controllo del Ministero dell'Economia. Una soluzione come spiega il senatore nella proposta per «tutelare l'assetto economico-industriale del Paese e i livelli occupazionali compatibili con la pace sociale, specie nelle regioni disagiate del Mezzogiorno». Infine anche un progetto di legge per chiedere lo scioglimento della Direzione Investigativa Antimafia riaffermando la centralità nelle operazioni anticrimine del Ministero dell'Interno, dei carabinieri e della Polizia. In fondo alla lista Napolitano, che ha fatto registrare solo un intervento in Aula, e Pininfarina che invece è rimasto a zero. Ma per loro almeno vale la scusante di essere stati nominati di recente. D.C.

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