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Il programma dell'Unione: canne per tutti

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Un decreto che passa tra contestazioni in aula. Sul decreto legge per le Olimpiadi invernali di Torino, in cui le norme per il contrasto delle tossicodipendenze sono state inserite con un emendamento al Senato, il governo ha incassato la fiducia di Montecitorio con 307 sì e 207 no. Mentre per il voto finale sull'intero provvedimento bisognerà aspettare oggi Nel frattempo, scoppia - dentro l'Aula della Camera, davanti a Montecitorio e Palazzo Chigi - la protesta degli antiproibizionisti. Nell'emiciclo, deputati Verdi e del Prc espongono cartelli con il simbolo della marijuana che invitano a «mandare in fumo la legge Fini» determinando la sospensione della seduta. In piazza, invece, manifestanti e alcuni deputati tra cui il Verde Paolo Cento, Vittorio Agnoletto e Graziella Mascia, Elettra Deiana, fumano spinelli all'ombra di una canna gigante montata su un camioncino. Più di 200, forse 300 giovani del «Movimento di Massa Antiproibizionista», in gran parte ragazzi dei centri sociali, si sono radunati per un sit-in a mezzogiorno in piazza Montecitorio, mentre nell'aula i deputati votavano la fiducia. Il dibattito. L'Unione contesta la scelta di blindare la legge sulla droga con la fiducia inserendola con un'«infamia» in un decreto legge inappropriato, chiede al presidente della Repubblica di non firmare il provvedimento e assicura che, quando tornerà al governo, abrogherà queste norme. La Cdl, e soprattutto Alleanza Nazionale che per essa si è battuta, difende la legge Fini, che «non è contro i poveri Cristi», «non è una mossa elettorale» e «interrompe il circuito vizioso della tossicodipendenza». L'Unione. «Credo che Ciampi farebbe cosa buona a non firmare provvedimenti incostituzionali e propagandistici come questo», dice il Verde Pecoraro Scanio, mentre per Bertinotti (Prc) «questa idea del governo di immettere arbitrariamente in una misura legislativa delle Olimpiadi un tema gigantesco come quello della droga è un'infamia». Un'argomentazione, questa, pienamente condivisa da Diliberto (Pdci), secondo cui «non si può giudicare tossicodipendenza farsi uno spinello», mentre Rosy Bindi (Dl) tuona: «Se noi vinceremo, e sarà così, la legge sulle droghe leggere sarà una delle prime leggi ad essere cancellata». E duro è anche il Ds Violante, che parla di parla di una legge «che non prevede nulla di vero per la cura della tossicodipendenza che, non è una malattia come tutte le altre». La Cdl. La maggioranza fa quadrato sulla legge Fini. Per Alleanza Nazionale, La Russa sostiene che «con questo provvedimento diciamo no alla droga e sì alla vita», mentre Gasparri sottolinea che essa punta a tutelare «di più chi è vittima della droga» e «soprattutto a punire con severità chi spaccia la morte». D'accordo anche la Lega (per Rossi è un testo «condivisibile») e Forza Italia: «questa legge - rileva Leone, mentre in Aula spuntano i cartelli - interrompe il circuito vizioso della tossicodipendenza attivato dall'esigenza del drogato di procurarsi la roba in qualsiasi modo». Delfino dell'Udc definisce la legge sulla tossicodipendenza uno «strumento concreto per dissuadere da ogni tipo di consumo di droga con sanzioni graduate», e Rotondi (Dc) invita la sinistra a «non coinvolgere il presidente della Repubblica». In aula i cartelli, fuori si fuma. Durante il dibattito si scatena la contestazione. Alcuni deputati Verdi e del Prc si piazzano al centro dell'Aula e innalzano cartelli; la seduta viene sospesa e riprende poco dopo con l'annuncio dei «provvedimenti del caso» a carico dei contestatori. Nel frattempo, mentre si vota, in Piazza Montecitorio davanti alla Camera, si svolge un'altra contestazione. Si sviluppa un sit in di giovani che si scambiano le canne davanti alla Camera sotto lo sguardo impassibile dei poliziotti. Ma le sorprese non finiscono qui. Tra chi fuma viene visto anche un deputato: il verde Cento.

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